Economia

Timori per una Cipro-bis: prelievi limitati e stop ai bonifici verso l'estero

Timori per una Cipro-bis: prelievi limitati e stop ai bonifici verso l'estero

Sarà anche vero, come diceva Tonino Guerra, che l'ottimismo «è il profumo della vita». Non per i greci, però, che da tempo sentono puzza di bruciato attorno ai propri risparmi. Un pessimismo crescente che si traduce in un ininterrotto esodo di capitali dalle banche. C'è chi ritira il denaro per metterlo in cassette di sicurezza o tenerlo in casa, mentre altri lo stanno girando in fondi comuni di investimento all'estero. Negli ultimi due giorni ha preso il volo una cifra superiore al miliardo di euro, come hanno riferito tre fonti bancarie a Reuters . Il ritmo dei prelievi ha raggiunto il livello dei giorni precedenti alle elezioni che hanno portato al potere in Grecia il partito della sinistra radicale Syriza, quando il ritmo dei flussi in uscita era di oltre 500 milioni di euro al giorno.

Le singhiozzanti trattative sull'estensione degli aiuti hanno esarcerbato i timori dei risparmiatori e alimentato le più fosche delle prospettive. La prima, naturalmente, è un'uscita del Paese dall'euro. Un'ipotesi, peraltro, che secondo il settimanale tedesco Spiegel , non starebbe escludendo neppure la Bce, alle prese con «delle simulazioni per vedere come assicurare l'integrità di Eurolandia» anche senza Atene e prevenire eventuali reazioni a catena che potrebbero diffondere il contagio all'intera eurozona. Un'indiscrezione cui l'Eurotower ha replicato con il più classico dei «no comment». Lo stesso periodico, inoltre, ha messo il dito su quello che per i greci con il gruzzolo in banca rappresenta il secondo motivo di preoccupazione. Ovvero, le presunte pressioni da parte dell'istituto guidato da Mario Draghi affinché vengano introdotte misure di limitazione ai prelievi quotidiani e ai bonifici verso l'estero, con lo scopo di fermare l'emorragia dai conti correnti. E il prossimo fine settimana, che durerà tre giorni per il lunedì grasso ortodosso, potrebbe essere l'occasione buona per un giro di vite nello stile di quello imposto a Cipro durante la crisi del 2013.

Ma è anche lo stato di salute delle banche elleniche a non far dormire sonni tranquilli ai correntisti. Gli istituti vengono tenuti in vita grazie all'ossigeno fornito dalla Bce attraverso la liquidità di emergenza dell'Ela, per un ammontare pari a 69,3 miliardi contro una garanzia potenziale della Banca centrale greca di appena 42 miliardi. Francoforte potrebbe quindi, in qualsiasi momento, decidere di staccare la spina, condannando il sistema del credito ellenico al fallimento. Un motivo in più per mettere in salvo i risparmi.

Anche un materasso, a volte, può essere più sicuro di una cassaforte.

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