Economia

La vera inflazione è personale

Aun evento a cui ho partecipato in occasione del Salone Del Risparmio, un docente, parlando del livello di competenza finanziaria dei risparmiatori italiani ha citato una ricerca Consob che evidenziava quali fossero i prodotti più conosciuti. La classifica era capeggiata dai Buoni Fruttiferi Postali, subito i Titoli di Stato. Meraviglia? Neanche un po'. Se gli italiani per 40 anni hanno fatto incetta di Bot e Btp, forse era bene ricordare che hanno utilizzato anche i Buoni Fruttiferi.

Dopo Lehman, però tutto è cambiato. I tassi sono crollati e i due strumenti hanno perso il loro appeal. E così gli italiani, non sapendo più cosa fare, non hanno più scelto. La liquidità è aumentata esponenzialmente raggiungendo livelli mai visti: sfiora i 1.400 miliardi di euro. «Così almeno non perdiamo» dicono in tanti. Ma sarà vero? O il non fare ci sta facendo perdere ricchezza? Parlandone con un caro amico, si chiama Mauro e fa il Consulente Finanziario a Roma, ci siamo confrontati sull'erosione della ricchezza legata all'inflazione. Oggi in Italia è di circa l'1%, quindi perdiamo potere d'acquisto per circa 14 miliardi l'anno. Ma Mauro mi ha fatto notare che non era così. Mi ha guardato e ha detto: «La perdita di potere d'acquisto non è quella del dato Istat. Ma ognuno di noi ha un'Inflazione Personale».

Mi ha illuminato. Effettivamente il dato Istat dipende dal «carrello della spesa» standard, ma ognuno di noi ne ha uno personalissimo dettato dallo stile di vita. Facciamo un esempio? Il primo iPhone è uscito circa dieci anni fa. Prezzo 560 euro. Il modello attuale costa quasi 1.200 euro. È raddoppiato. Il tasso d'inflazione in questo caso supera il 7% all'anno. Capite? Più sarà alto il nostro tenore di vita, più probabilmente avremo una quota di liquidità elevata in c/c, più sarà alta la perdita, in termini di potere d'acquisto che stiamo maturando. Insomma, se continuiamo così, i prossimi iPhone non potremo più acquistarli.

Leopoldo.

gasbarro@me.com

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