Economia

Vw, parte la causa italiana. Una partita da 300 milioni

I 100mila automobilisti che hanno aderito alla class action di "Altroconsumo" chiedono 3mila euro a testa

Vw, parte la causa italiana. Una partita da 300 milioni

Si avvicina il 6 dicembre, giorno della prima udienza, davanti al Tribunale di Venezia, sulla richiesta di risarcimento, intentata da Altroconsumo, ai danni di Volkswagen Group Italia in relazione allo scandalo del software illegale utilizzato per truccare i risultati delle emissioni. Il giudice Roberto Simone sarà chiamato a esaminare la richiesta di un risarcimento, pari al 15% del prezzo, a favore dei proprietari delle vetture con i marchi del gruppo (Volkswagen, Audi, Seat e Skoda) acquistate in Italia tra il 15 agosto 2009 e il 26 settembre 2015 equipaggiate con il motore diesel EA189 Euro 5 e la centralina sotto accusa. Nei giorni scorsi la Corte d'appello di Venezia aveva respinto il reclamo della Casa automobilistica sulla inammissibilità dell'azione legale.

La battaglia si sposta così nell'aula del tribunale. Non sarà un iter veloce. Ci vorrà infatti almeno un anno, secondo le previsioni, prima del verdetto. A difendere gli automobilisti che hanno aderito alla class action di Altroconsumo (circa 100.000 i moduli scaricati dal sito dell'associazione) sarà il pool di legali guidato da Paolo Martinello e Dario Reccia. Supponendo che il numero dei ricorrenti sia 100.000 e che la richiesta media di danni ammonti a 3.000 euro per veicolo, per il Gruppo Volkswagen Italia la causa costerebbe 300 milioni.

Nel respingere le tesi di Vw sulla non omogeneità dei diritti fatti valere dai consumatori e sulla inesistenza del danno, la Corte d'appello ha ribadito che la pratica commerciale ingannevole è stata la stessa per tutte le auto del gruppo che montano i motori EA 189, vendute come poco inquinanti ed eco-friendly, ma che in realtà avevano caratteristiche diverse da quelle promesse in quanto producevano emissioni superiori rispetto a quelle reali.

Quella di Altroconsumo è la prima class action in Europa a finire in tribunale. E per questa «osservata speciale» da parte delle altre associazioni a difesa dei consumatori, in particolare quelle di Germania, Spagna, Portogallo, Belgio e di alcuni Paesi dell'Est. Il problema che lo stato maggiore di Wolfsburg non intende affrontare, riguarda la disparità di trattamento con i clienti americani, risarciti cash dal gruppo a differenza di quelli europei. Lo scorso settembre la Commissione Ue aveva sollecitato Volkswagen ad accelerare le riparazioni dei veicoli interessati al problema. Il termine dato era di un mese, scaduto il quale (i primi di ottobre) sarebbe toccato ai singoli Paesi decidere come reagire. In Europa le vetture coinvolte nel Volkswagengate sono 8,5 milioni, su un totale di 11 milioni; 650.000 quelle in Italia.

Per il colosso tedesco il conto dei danni si sta avvicinando a quota 30 miliardi, dopo i 2,5 miliardi che si sono da poco aggiunti a causa delle maggiori spese affrontate negli Usa.

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