Economia

«Con Windjet troppi rischi per Alitalia»

«Con Windjet troppi rischi per Alitalia»

Alitalia ha detto no a Windjet per tutelare la propria stabilità finanziaria. Lo scrive l'ad della compagnia Andrea Ragnetti in una lettera ai dipendenti per spiegare la fine delle trattative. «Dopo mesi di duro lavoro, avremmo voluto chiudere la trattativa», scrive il manager aggiungendo che «purtroppo, i comportamenti di Windjet ci hanno costretto a rinunciare a un accordo per il quale ci eravamo impegnati a fondo».
La prosecuzione del negoziato, sottolinea l'ad, «avrebbe esposto la nostra compagnia a un rischio finanziario intollerabile per una azienda che attraversa un momento cosi duro come Alitalia». Che, precisa Ragnetti, si è comportata correttamente nei mesi passati e vuole continuare sulla strada della responsabilità, «anche adesso che la tentazione sarebbe di non avere più nulla a che fare con Windjet». Il che significa, dopo aver «soccorso oltre 2.100 passeggeri e allestito 8 voli speciali senza alcuna spesa aggiuntiva», offrire voli a una tariffa fissa di 75 euro a tratta per i voli nazionali diretti che «copre a malapena i nostri costi variabili» in un periodo nel quale la capacità è già sotto grande pressione.
«Nonostante questo – aggiunge Ragnetti che bolla gli attacchi subiti come “provocazioni inqualificabili e assolutamente infondate“ - dobbiamo leggere critiche e affermazioni puramente demagogiche, che ci danno una responsabilità che noi non abbiamo, come se Windjet non si trovasse in questa situazione per l'incapacità del suo management di gestirla, ma per nostre colpe». Windjet nel 2011 ha registrato una perdita di circa dieci milioni di euro. Se la crisi, il prezzo delle materie prime, incidenti ed eventi eccezionali sono portati a spiegazione, dal bilancio 2010 (gravato da debiti per 134,8 milioni) emerge anche che l'azionista Antonino Pulvirenti ha venduto nel 2009 per 10 milioni alla compagnia il marchio Windjet (che prima costava 700mila euro di royalties all'anno).
E da domenica gli aerei sono a terra con disagi e odissee per migliaia di viaggiatori e oltre 800 posti di lavoro (tra dipendenti e indotto) a rischio. Gli occhi sono sull'incontro di oggi con l'unità di crisi del ministero dello Sviluppo. «Qui non è solo questione di Windjet o di Alitalia. Qui è l'intero sistema dell'aviazione italiana che è a rischio scomparsa», ha detto il presidente dell'Enac Vito Riggio.
Vanno avanti nel frattempo le operazioni di riprotezione dei passeggeri (300mila fino a ottobre) organizzate con Alitalia (5.800 passeggeri riprotetti a ieri mattina), Meridiana Fly-Air Italy, Livingston, Blu Panorama e Neos. Oggi l'Enac pubblica sul proprio sito internet l'elenco completo dei voli sostitutivi fino al 31 del mese (già da ieri è online l'elenco dei voli di oggi), le riprotezioni successive ad agosto saranno pubblicate più avanti. Intanto la situazione varia a seconda degli scali. Ieri confusione soprattutto a Catania, dove protestano i lavoratori di Windjet, ancora disagi a Palermo. Migliora Fiumicino mentre a Pisa sono stati cancellati i voli per Mosca dopo che nella notte di domenica circa trenta viaggiatori hanno dormito nelle brandine. Nessuna segnalazione di disagi invece a Venezia.


Non si spegne invece la polemica sul sovrapprezzo applicato ai nuovi biglietti, 80 euro a persona, tra le proteste dei passeggeri e delle associazioni dei consumatori (con tanto di esposto del Codacons) mentre la disfatta Windjet rischia di mandare a gambe all'aria molti tour operator.

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