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Egitto, ora Mubarak rischia la pena di morte

Il ministro egiziano della Giustizia, Mohamed El-Guindi, fa sapere che l'ex presidente potrebbe essere condannato alla pena di morte, se sarà giudicato colpevole di aver ordinato di sparare contro i manifestanti durante la rivolta che ha portato alla sua caduta. Dure accuse anche ai figli e alla moglie dell'ex raìs. Fratelli musulmani: nasce il partito

Egitto, ora Mubarak rischia la pena di morte

Il Cairo - L’ex presidente egiziano Hosni Mubarak potrebbe essere condannato alla pena di morte, se sarà giudicato colpevole di aver ordinato di sparare contro i manifestanti durante la rivolta che ha portato alla sua caduta. Lo ha detto il ministro egiziano della Giustizia, Mohamed El-Guindi, citato dal quotidiano al-Ahram.

Accuse anche alla famiglia El-Guindi ha quindi accusato l’ex raìs di aver diffuso la corruzione nel paese durante il trentennio che è stato al potere. Il ministro ha puntato il dito anche contro i suoi figli, Gamal e Alaa, e contro la moglia Suzanne, annunciando che quest’ultima dovrebbe essere interrogata per la prima volta nei prossimi giorni in merito alle accuse di aver accumulato ricchezze in modo illecito.

Fratelli Musulmani, nasce il partito I Fratelli Musulmani egiziani hanno annunciato ufficialmente la nascita del loro partito - Partito della Libertà e della Giustizia - che sarà presieduto da Mohamed Morsy, appartenente all’ala riformista del gruppo, ex parlamentare e docente alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Zagazig. Come spiega il sito del quotidiano al-Ahram, il partito ha confermato in una conferenza stampa al Cairo che non presenterà un suo candidato alle presidenziali, ma correrà in almeno il 45 o 50% dei colleggi elettorali per le parlamentari.

Morsy, che è stato capo del gruppo parlamentare della fratellanza tra il 2000 e il 2005 e si è ricandidato nel 2005 senza ottenere un seggio, sarà affiancato nella guida del nuovo partito da Essam el-Erian, portavoce dei Fratelli Musulmani che prenderà la vice-presidenza, e da Saad El-Katatny, nominato segretario generale.

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