Cronaca locale

Elio e le storie tese in libreria con le loro «Vite bruciacchiate»

Oggi appuntamento alla Feltrinelli di piazza Piemonte dove presenteranno la loro biografia con i commenti di 39 celebri colleghi

Ferruccio Gattuso

Basta sentirli anche solo cinque minuti di fila, per capire che di ricordi Elio e le Storie Tese sono pieni zeppi: storie quasi tutte divertenti (altro che tese) e tutte rigorosamente utili per comprendere qualcosa in più di questa Italia, dell'universo musicale e canoro che ci sguazza dentro e, come no, della più virtuosa, spassosa, beffarda band mai uscita sulla piazza tricolore. Un libro: ecco cosa mancava al curriculum colorito e irriverente di Elio e le Storie Tese. Anzi, più che un libro: una biografia. Che in effetti sarebbe qualcosa a metà strada tra il memoriale e l'autobiografia: «Vite bruciacchiate», sottotitolo «Ricordi confusi di una carriera discutibile» (Bompiani, 14 euro), è l'opera scritta - 331 pagine, e chi l'avrebbe detto - in uscita oggi in tutte le librerie. Oggi pomeriggio (ore 18.30), alla Feltrinelli di Piazza Piemonte, ci saranno tutti gli Elii possibili: Elio, l'uomo con le sopracciglia e l'ironia più folte di una giungla vietnamita, Cesareo il chitarrista dai mille suoni, Rocco Tanica il pianista filosofo, Christian Meyer il batterista dai tempi impossibili e Faso il bassista dal tocco felpato e dallo slap mozzafiato. Una band nata per ridere, ma per ridere sul serio: innanzitutto - come dice Elio - «perché noi siamo nati non all'insegna del vorrei ma non posso, ma del posso ma non voglio». Traducendo dallo storiateso: «Siamo dei signori musicisti, ma ci va di giocare con le parole e la musica, e di prendere in giro l'universo mondo». Missione riuscita, come raccontano 39 testimoni - amici, colleghi, conoscenti, noti e meno noti - coinvolti nella composizione del libro, nel quale gli Elii fanno parlare («quasi sempre con elogi, mica siamo scemi») chi ha assistito alla loro ascesa, interrompendoli con riflessioni e reminiscenze personali. «Ricordi confusi per l'appunto - spiega Faso - che arrivano fino al 1989. Quelli freschi li teniamo per un prossimo libro, per quando saranno diventati confusi anche quelli, cioè». Con la speranza, magari, di inserirci qualche sogno conservato nel cassetto: «Duettare con Paul McCartney», rivela Rocco Tanica; «No, con Peter Gabriel», precisa Elio. Il momento più alto della loro carriera? «Quando siamo saliti in cima alle Twin Towers», è la battutaccia collettiva degli Elii, che in effetti lassù ci andarono nel 1998, ai tempi di quel tour-missione realizzato per girare gli episodi di una delirante mini-serie tv intitolata proprio «Vite bruciacchiate», andata in onda su Raidue. Tra i ricordi più intensi, naturalmente, il Festival di Sanremo, che registra, caso raro, l'unica incazzatura pubblica della band: «È stato il festival più inquisito della storia - spiega Faso - ci furono due indagini, una sugli sponsor che andò fino in fondo e che portò condanne, e una sulla vittoria finale, che si fermò. Avevamo vinto noi, risultavano schede sbianchettate, Baudo temeva la nostra vittoria, perché non eravamo seri e smontavamo la kermesse». La storia, poi, disse che il loro show si era fatto pietra miliare della saga sanremese. Nella biografia, spazio anche ai litigi («pochi quelli violenti, e tutti per fesserie: per cosa vedere in tv, o quali videogame usare. Per le scelte musicali ci si scontra ma si dimentica in fretta»). Dietro l'angolo, il nuovo disco, atteso per l'estate ventura. «Stiamo già lavorando in studio, e per la prima volta abbiamo una sala prove tutta nostra. Ci sono pronte alcune chicche degne dei nostri esordi, tra cui un testo di delirio assoluto. Il segreto dei nostri testi? Devono farci ridere anche dopo un mese da quando li abbiamo scritti.

Se invecchiano in fretta, li rifacciamo».

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