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L'anno nero della Cina: tra scandali, corruzione e giochi di potere

Per avere un termine di paragone con quello che è successo questo anno bisogna tornare al 1976. Ecco gli scandali e i giochi di potere che hanno preceduto il 18esimo Congresso

Xi Jinping, nuovo segretario del Partito Comunista
Xi Jinping, nuovo segretario del Partito Comunista

Come nel 1976. Quando la politica mette in fila così tanti scandali che per ritrovare un anno simile bisogna tornare indietro di 36 anni, hai voglia di parlare di democrazia e di cambiamento. Eppure, dal Congresso del partito comunista cinese la richiesta si è levata a gran voce e lo stesso nuovo presidente Xi Jinping ha promesso che la nuova classe dirigente continuerà a servire il popolo.

Promesse difficili da mantenere, specie se la repulsione dello stesso popolo nei confronti del sistema politico cresce di giorno in giorno e soprattutto se il 2012 viene considerato da esperti e politilogi come l'anno nero per la Cina.

Per trovare un termine di paragone bisogna tornare al 1976, all'anno della morte di Mao Zedong, fondatore della Repubblica Popolare Cinese, e dell’arresto della Banda dei Quattro, responsabile degli eccidi della Rivoluzione Culturale.

Il passaggio di consegne dalla quarta alla quinta generazione di leader è stato segnato da una sfilza di scandali che hanno messo a soqquadro il partito e che ne hanno stravolto le dinamiche interne. Avvenimenti che hanno scompaginato gli equilibri del Comitato Permanente del Politburo, il massimo organo decisionale del Dragone, e sui quali aleggia l'ombra di una regia occulta. Ma al di là delle dietrologie, è certo che l'elenco degli scandali è lungo.

Un elenco ricostruito e redatto per AgiChina24 dal giornalista Eugenio Buzzetti. Su tutti svetta il caso legato all’ex segretario politico, Bo Xilai, epurato dal Partito Comunista Cinese. La vicenda legata all’ex leader è la pietra angolare della lotta per il potere a Zhongnanhai, il Cremlino cinese. Bo Xilai si è trovato al centro di un triplice scandalo: un omicidio, reati finanziari per milioni di dollari e un tentativo di spionaggio ai danni degli alti vertici dello Stato.

Il suo processo di epurazione è durato nove mesi esatti e ha cancellato dalla scena l'ultimo politico che si rifaceva al pensiero di Mao Zedong, decisamente antitetico con l'ipercapitalismo e col riformismo che, almeno a parole, prevale ai piani alti del Politburo cinese.

La fuga di Wang Lijun, il capo della polizia di Chongqin e braccio destro di Bo Xilai, al consolato Usa di Chengdu, ha scoperchiato il vaso di Pandora della politica cinese. Nel febbraio scorso, Wang Lijun chiede asilo politico, ma viene arrestato dalle forze di polizia cinesi che avevano accerchiato l’edificio. È il primo passo di un percorso che condurrà all'eliminazione di Bo Xilai.

Poco tempo dopo, uno degli uomini forti del Comitato Permanente, Zhou Yongkang, considerato il migliore alleato di Bo Xilai, viene svuotato dai suoi poteri di capo della Wujing, il corpo paramilitare che sovrintende alla sicurezza interna e "costretto" ad abbandonare il suo seggio.

Ci sono state poi prima le rivelazioni da parte della stampa delle ingenti fortune accumulate da Xi Jinping, e poi quelle sul primo ministro uscente Wen Jiabao, acerrimo nemico di Bo Xilai, prontamente oscurate dal governo cinese.

Ma la lista degli scomunicati non finisce qui. "Li Yuanchao, dato per sicuro membro del nuovo Comitato Permanente, è stato rimosso dalla carica di capo dell’organizzazione del partito a causa di un complotto legato a un sondaggio interno compiuto nel maggio scorso allo scopo di indirizzare la transizione politica", scrive AgiChina24.

Nello scorso aprile, Gu Kailai, moglie di Bo Xilai, viene arrestata (poi confesserà e verrà processata) per coinvolgimento nell’omicidio di un uomo d’affari inglese, Neil Heywood, ritrovato morto in una stanza d’albergo di Chongqing, il 14 novembre 2011 e il cui cadavere è stato frettolosamente cremato. Lo stesso giorno, Bo Xilai viene sospeso da tutte le cariche ricoperte a livello nazionale.

Dal 2 al 14 settembre, Xi Jinping, il probabile candidato alla successione di Hu Jintao, scompare dalla scena pubblica di Pechino. La sua assenza da tre incontri ufficiali desta allarme. C'è chi parla di ricovero per mal di schiena, chi di attacco cardiaco e chi di cancro al fegato. Ma l'ipotesi più accreditataè che la sua temporanea sparizione fosse dovuta a un dissidio interno con Hu Jintao sul futuro assetto del Comitato Permanente.

Dopo due settimane di assenza, Xi riappare in pubblico menttendo fine alle voci sul suo conto. il 14 per un incontro con gli studenti dell’Università di Agraria di Pechino, ponendo fine alle voci su di lui. Negli stessi giorni però la stessa sorte tocca a He Guoqiang, capo della Commissione Disciplinare del partito, cui era assegnato il compito di giudicare Bo Xilai, scomparso dalla scena.

Lo scorso 3 settembre, Ling Jihua, capo dell’Ufficio Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e segretario personale di Hu Jintao, viene strategicamente nominato a capo dello United Front Work Department, mega-corrente all’interno del partito. Una sorta di retrocessione per l'astro della sesta generazione di leader dato come possibile membro del Politburo, a partire dal prossimo Congresso.

Il 28 settembre Bo Xilai viene espulso dal Partito Comunista Cinese. La notizia viene data dalla Xinhua, che un minuto dopo annuncia la data di inizio del 18esimo Congresso del Partito Comunista Cinese.

Si conclude così la politica di Bo Xilai che si porta con sé l'ultimo retaggio della filosoia maoista.

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