Europa

Meloni lavora all'asse con Macron su migranti e riforme Ue: le mosse del governo

Contro l'emergenza migranti, Meloni cerca la collaborazione di Emmanuel Macron ma continuano le tensioni con la Germania

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L'emergenza migranti non è un problema italiano, ma europeo: è questo il concetto che il governo di Giorgia Meloni sta cercando di far passare agli Stati dell'Unione. Bisogna cercare una "soluzione europea" e questo dev'essere un obiettivo "condiviso" che va tradotto in pratica. L'emergenza arriva nel periodo in cui tutti i Paesi stanno cavalcando le tematiche per le elezioni europee del prossimo anno. Ora Roma cerca una sponda inedita del governo francese e di Emmanuel Macron, che in queste ore si trova in Italia per un incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio italiano. L'ultimo anno non è stato facile per i rapporti diplomatici tra Italia e Francia ma ora sembra che la situazione si stia rasserenando e che si stiano creando i presupposti per una collaborazione proficua.

Il fronte per l'Italia sul tema dei migranti è adesso aperto con la Germania. I partiti del governo non accettano l'ingerenza tedesca nella gestione dei migranti ed è soprattutto la Lega a cannoneggiare il governo del Paese Ue: "Ottant'anni fa il governo tedesco decise di invadere gli stati con l'esercito e ora finanziano l'invasione dei clandestini". Parole di fuoco quelle del vicesegretario leghista Andrea Crippa, mentre è ancora in corso il faccia a faccia, senza delegazioni, tra Meloni e Macron. L'obiettivo del premier è accantonare per qualche tempo le frizioni su Ventimiglia per trovare un terreno di battaglia comune nella lotta contro le migrazioni irregolari. Sul tavolo, oltre ai migranti, dice anche Palazzo Chigi, le "priorità economiche europee", come la riforma del Patto di stabilità. Su cui Parigi può, ancora una volta, mostrarsi prezioso alleato.

Dalla Germania per ora non arrivano repliche dirette alle forti accuse ma da quando è scoppiato il caso, il governo ha ribadito che è stata attuata una promozione finanziaria definita dal parlamento in base alla quale devono essere sostenuti salvataggi in mare civili come anche progetti a terra per persone salvate in mare. L'Italia "non può essere scelta da tutto il resto dell'Europa come luogo in cui portare tutti i migranti", è la linea espressa anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha scelto un approccio più soft per ribadire comunque la contrarietà a questa operazione. Il ministro degli Esteri, giovedì sarà a colloquio con la sua omologa tedesca Annalena Baerbock, e nel frattempo continua a difendere la bontà dell'azione diplomatica sul dossier migranti.

La stessa intrapresa da Meloni, che non ha comunque risparmiato toni di critica nella lettera inviata a Olaf Scholz per chiedere spiegazioni alla Germania.

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