Europa

"I confini restano chiusi, l'allarme è alto". Parla il ministro: la decisione dell'Italia

La rotta balcanica come strada d'accesso dei terroristi all'Europa oggi prevede controlli incrociati alle frontiere: anche l'Italia continuerà su questa strada per evitare infiltrazioni pericolose

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Il Patto di Schengen? Sospeso "finché necessario". L'Europa ha deciso per la linea radicale allo scopo di difendere i suoi confini dalle intromissioni esterne, che aumentano il rischio di infiltrazioni terroristiche negli Stati dell'Unione europea. I Paesi hanno già seri problemi di ordine interno a causa delle radicalizzazioni e degli ingressi del passato e forse chiudere i confini ora non eliminerà del tutto il pericolo ma, almeno, con la guerra tra Israele e Palestina che infiamma il Medio Oriente e la jihad islamica che minaccia l'Occidente, si evitano gli ingressi di combattenti.

L'Italia dallo scorso ottobre ha chiuso il confine con la Slovenia, seguendo l'esempio di quanto fatto da tutti i Paesi che si affacciano a oriente e che sono interessati dalla rotta balcanica, quella maggiormente battuta dai fondamentalisti islamici che cercano di entrare in Europa. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ospite dell'Adnkronos, ha spiegato che la reintroduzione dei controlli su quel versante è una mossa chiave: "Conosco bene la questione del confine orientale, di cui purtroppo si è parlato meno rispetto ad altre questioni. Lì c'è un problema di immigrazione clandestina molto serio e preoccupante".

Cellule dormienti, combattenti e lupi solitari sono il nemico numero uno dell'Europa in questo momento e la rotta balcanica rappresenta il fianco più esposto. È stato dimostrato che alcuni terroristi riescono a penetrare in Europa anche via mare ma in questo caso i controlli all'arrivo riescono a essere più efficaci. La sospensione di Schengen è stata necessaria proprio per estendere la rete dei controlli in maniera più organica anche per gli arrivi via terra. "Può arrivare fino a sei mesi, ma già i primi frutti si vedono. Come ha detto il ministro Piantedosi sono state già fermate un sacco di persone che non avevano diritto ad entrare", ha spiegato Ciriani, sottolineando l'efficacia della reintroduzione delle misure.

La questione balcanica è entrata nelle agende europee, anche in quella italiana, dopo lunghi anni in cui i governi hanno ignorato esistesse un problema anche sul confine terrestre. Ovviamente, come hanno sottolineato in più occasioni tutti gli esponenti del governo, la sospensione è temporanea ma, purtroppo, ora necessaria. Ed è anche di questo che il premier Meloni ha parlato in queste ore con il suo omologo sloveno durante un incontro a Palazzo Chigi: "Entrambi siamo consapevoli di come Schengen sia stata una conquista straordinaria che bisogna preservare.

L'impegno comune è quello di ripristinare il regime ordinario dei confini appena le condizioni lo permetteranno".

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