Feltri: "Il reato di diffamazione va abolito"
24 Settembre 2009 - 15:52Il direttore de il Giornale sulla libertà di stampa: "Vanno abolite le sanzioni penali. Negli altri paesi si procede solo civilmente, non c’è di mezzo la galera, che puzza di Stalin, Hitler, Mussolini". Sulle querele: "Ne ho prese due da Prodi, quando era premier"
Milano - La libertà di stampa è uno dei caposaldi della democrazia. Doveroso difenderla. Ma come? Bisognerebbe abolire il rito penale per il reato di diffamazione a mezzo stampa del giornalista. E' l'opinione di Vittorio Feltri. Il direttore de il Giornale l'ha ribadita nel corso del programma radiofonico "28 minuti" di Radio2. "La libertà di stampa va difesa, ma l’Italia - ha detto Feltri - è uno dei pochi paesi evoluti civili europei che ancora applicano la sanzione penale per il giornalista che si rende responsabile di diffamazione a mezzo stampa. Questo è un errore - ha aggiunto - negli altri paesi si procede solo civilmente, non c’è di mezzo la galera, che puzza di Stalin, Hitler, Mussolini. Andrebbe abolito il rito penale e adottato soltanto quello civile: questo dovrebbe essere il primo passo per avere maggiore libertà di stampa".
Feltri ha poi ricordato di essere stato "querelato un paio di volte da Prodi che era
presidente del consiglio: non ho visto manifestazioni di piazza, nessuno ha sollevato
questo punto. Oggi perché sono stati querelati Unità e Repubblica dal presidente del
consiglio Silvio Berlusconi, sembra sia caduto il mondo". "C’è anche qualche esagerazione di troppo e io sono uno dei responsabili, non mi
nascondo dietro a un dito - dice Feltri a proposito degli scoop che caratterizzano i
quotidiani nell’ultimo periodo - chiaro che il senso della misura qualche volta può venir
meno, quando si apre una breccia poi ci sta anche il disastro. Bisognerebbe
centellinare l’invettiva o l’inchiesta devastante perché il rischio è anche un altro e cioè
che il lettore si abitui a queste cose e consideri un giornale ansiogeno, cosa che non
farebbe bene alla stampa che è già in difficoltà".
"Non è assolutamente vero, come si è detto e scritto che
Berlusconi voglia vendermi il Giornale. Il direttore smentisce l'indiscrezione circolata alcuni giorni fa. "Credo anche di sapere perché sia girata questa voce. Nei giorni di burrasca con An per
il corsivo che scrissi su Gianfranco Fini, mi hanno raccontato che Berlusconi si fosse
un po' spazientito perché dentro An pensavano che fosse lui l’ispiratore.
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