Economia

Fiat, Piazza Affari crede alla possibile svolta

Il giallo Rcs e il veto degli Agnelli. Mairano capo del personale del Lingotto

Pierluigi Bonora

da Milano

Continua la corsa del titolo Fiat. Dopo l’impennata del 7,8%, seguita all’incontro di venerdì tra l’amministratore delegato Sergio Marchionne e i gestori di alcuni fondi, anche la nuova settimana si è aperta con l’azione torinese sugli scudi. Ieri il titolo ha segnato un ulteriore progresso dello 0,91% a 6,33 euro dopo aver toccato, nel corso della giornata, un picco superiore al 4 per cento. A passare di mano sono state 30 milioni di azioni, pari al 3,77% del capitale ordinario. In Borsa la Fiat è così tornata sui livelli del luglio 2004.
Ma cosa c’è dietro l’exploit di questi giorni a Piazza Affari? A sospingere in alto i prezzi delle Fiat è un cocktail di fattori: in primis numerosi investitori sono rimasti colpiti dalla sicurezza mostrata da Marchionne, nel confermare per l’ennesima volta gli obiettivi del piano di riassetto della società. «Finalmente c’è una strategia per uscire dalla crisi, sono anni che i piani stabiliti non vengono rispettati», commenta un analista.
In secondo luogo inizia a salire l’attesa per la presentazione del piano industriale rivisitato, in calendario probabilmente tra il 18 e il 24 luglio, qualche giorno prima della riunione del consiglio di amministrazione chiamato ad approvare i risultati del secondo trimestre. In aggiunta, continuano a circolare le solite voci speculative che indicherebbero l’imminente ingresso di qualche partner industriale o finanziario nell’azionariato del Lingotto. Infine, sottolineano gli operatori, non va dimenticato che «su Fiat c’era molto scoperto. Così non appena le azioni hanno virato al rialzo, numerosi investitori sono corsi a ricoprirsi, amplificando la variazione dei titoli».
Fra tutte queste voci non manca chi intravede una spaccatura tra Marchionne e l’azionista di controllo Ifil sulla strategia da seguire a proposito delle partecipzioni definite più volte «strategiche» dallo stesso amministratore delegato e dal presidente Luca di Montezemolo. All’incontro di venerdì con i gestori, c’è chi dice che Marchionne abbia fatto intendere che se fosse per lui il 10,189% della Rcs in mano a Fiat sarebbe sul mercato, ma che la famiglia Agnelli su questo argomento ha posto il veto. Sarebbe questo, nonostante le smentite arrivate da Torino, il motivo principale che ha scatenato la fiammata del fine settimana. Sempre a proposito di voci, gli analisti di Euromobiliare definiscono poco probabili le ipotesi di eventuali scalate o di interventi coordinati da Mediobanca a favore del Lingotto. Gli stessi osservatori, insieme ad altri, non escludono però l’intervento di una cordata allo scopo di mantenere il 30% in mano italiana, dopo che l’Ifil sarà diluita al 23% in seguito all’esercizio del convertendo da parte delle banche. In proposito c’è chi avanza anche l’ipotesi che le stesse banche abbiano individuato un unico soggetto a cui cedere le azioni di cui, da settembre, entreranno in possesso. E questo unico soggetto, gradito ovviamente alla Fiat, potrebbe essere un gruppo industriale anche orientale. Il colosso indiano Tata, che da tempo intrattiene ottimi rapporti con Torino, ha appena confermato per esempio di volersi consolidare a livello mondiale.
Intanto, quando mancano due settimane al cda sui dati del secondo trimestre, il presidente Montezemolo ha voluto dare un nuovo segnale in direzione di una ritrovata fiducia: «Credo - ha detto ieri - che su Fiat ci debba essere un realistico ottimismo, anche se siamo consapevoli delle tante cose che ci sono da fare». Le prime anticipazioni sulle vendite in giugno di automobili in Europa, inoltre, vedono il mercato crescere del 4,5% e ciò potrebbe aggiungere nuovo ottimismo in vista del lancio della vettura «core» del gruppo Fiat, cioè la nuova Punto. I dati europei di Fiat Auto risulterebbero migliori rispetto a maggio.


Novità, infine, nell’organigramma torinese: Mario Mairano è il nuovo capo del personale del gruppo, mentre Francesco Garello assumerà lo stesso incarico all’Auto. Paolo Rebaudengo, responsabile delle relazioni industriali della Fiat, opererà invece alle dirette dipendenze di Marchionne.

Commenti