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Firenze, uccide due amici: "Mi chiamavano gay"

Due cittadini dello Sri Lanka sono stati uccisi nella zona di Santa Maria Novella, a pochi passi dalla stazione centrale. Fermato un uomo che era scappato con l'arma. Tra i tre era scoppiata una lite all'interno di un internet point. Nel 2008 una precedente aggressione con scimitarra

Firenze, uccide due amici: "Mi chiamavano gay"

Firenze - Due cittadini extracomunitari sono stati uccisi nella zona di Santa Maria Novella, a pochi passi dalla stazione centrale, a Firenze. Il duplice omicidio è avvenuto in via Del Moro. Le due vittime sono cittadini cingalesi, massacrati a coltellate da un connazionale di 35 anni che è stato fermato ieri sera dai carabinieri. L’uomo, badante di un anziano fiorentino, è stato individuato grazie alle numerose testimonianze raccolte dopo il duplice omicidio e dalle impronte sull’arma del delitto: avrebbe agito in preda ad un forte risentimento personale perché veniva pesantemente e ripetutamente denigrato dalle due vittime: "Mi chiamavano gay".

La ricostruzione dei fatti A uccidere i due cittadini dello Sri Lanka ieri pomeriggio è stato un uomo che ha colpito la prima vittima a un fianco con almeno tre coltellate. Poi avrebbe raggiunto l’altro che, forse, aveva cercato di difendere l’amico, con almeno quattro fendenti. Tutti i colpi avrebbero raggiunto organi vitali. Sembra che poco prima, tra l’omicida e le vittime, fosse scoppiata una lite all’interno di uno dei negozi, una rosticceria e un internet point gestiti da cingalesi, che si affacciano in via del Moro davanti ai quali si sono accasciati i due uomini. Prima dell’arrivo dei carabinieri qualcuno aveva steso un telo sui corpi.

L'intervento del 118 Dopo il duplice omicidio l’assassino, che alcuni testimoni hanno riferito "scuro di pelle", si sarebbe allontanato con il coltello ancora in mano, sembra inseguito da alcuni testimoni. Le vittime sono Kamal Misantha Narasooriia, 40 anni, e Sudath Rohana Jayalath Mudiyanselage, 36 anni. Sul posto, insieme ai carabinieri, a cui sono affidate le indagini coordinate dal pm Luigi Bocciolini, il 118 e gli agenti della Polizia municipale: una pattuglia, in servizio in piazza Duomo, sarebbe stata avvisata di quanto successo da uno dei testimoni che aveva cercato di inseguire l’omicida. La notizia si è sparsa velocemente nella comunità cingalese di Firenze e in via del Moro sono arrivati numerosi cittadini dello Sri Lanka. Secondo alcuni di loro le vittime erano entrambi sposati, con un figlio ciascuno, e con un regolare permesso di soggiorno. Mudiyanselage lavorava come domestico in una villa a Tavarnuzze alla periferia di Firenze. 

Arrestato l'assassino Il cingalese arrestato ha 35 anni ed è in Italia con regolare permesso. Si chiama Chaminda Atula Kumara Hetti Arachchige. Per anni ha fatto il badante ad un anziano solo, il quale aveva promesso che gli avrebbe lasciato in eredità la casa alla sua morte, circostanza che si è verificata nel novembre del 2009. La promessa della casa in eredità aveva suscitato invidia, secondo quanto hanno riferito i carabinieri, nella comunità cingalese e pare che le due vittime avessero cominciato a insinuare che il dono sarebbe avvenuto perchè Hetti Arachchige aveva con l’ anziano una relazione omosessuale. L’arrestato ha detto infatti ai militari che le vessazioni erano cominciate nel 2005, da quando appunto si era diffusa nella comunità straniera la voce della volontà dell’anziano di lasciare l’appartamento in eredità al suo badante.

La precedente aggressione L’arma con cui il cingalese ha ucciso i due connazionali è un pugnale affilato artigianalmente ritrovato in casa dell’omicida, in via Frà Bartolomeo a Firenze, una casa avuta in eredità da un anziano rimasto solo a cui il cingalese aveva fatto da badante molti anni prima della morte. Già nel 2008, per un’aggressione con scimitarra ad altri suoi connazionali, sempre causata dagli stessi motivi, era stato arrestato. Proprio questa eredità sarebbe alla base delle voci discriminatorie fatte circolare nella comunità straniera sul conto del cingalese arrestato, ritenuto dai connazionali beneficiario dell’appartamento in quanto omosessuale.

Nella casa i carabinieri hanno trovato anche abiti sporchi di sangue.

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