Politica

Firme anti Cav del Pd: non ci crede nemmeno la stampa di sinistra...

I giornali vicini al Pd danno pochissimo spazio alla consegna a Palazzo Chigi della "milionata" di firme (di cui molte false) per chiedere le dimissioni del Cav

Firme anti Cav del Pd: 
non ci crede nemmeno 
la stampa di sinistra...

Ma chi crede più a Bersani? Una domanda scontata quasi quanto la risposta: nessuno. Dopo i trionfalismi e gli annunci in pompa magna della raccolta firme anti-Cav, (raccolta che noi per primi abbiamo denunciato come disorganizzata, priva di autorevolezza, senza controlli e con firme fasulle) ieri il segretario del partito democratico si è dimostrato ancora più sicuro di prima e in piena sintonia con lui la presidente del Pd Rosy Bindi ha addirittura alzato il tiro e rilanciato: "Le firme si trasformeranno in dieci milioni di voti già alle amministrative". C'è solo da chiedersi in cosa si trasformeranno quelle false.

Sarà pur così come sperano i democratici, ma non sembrano dello stesso avviso i giornali dell'area di riferimento di Bersani. L'Unità se ne occupa nelle pagine interne, dedicando spazio in prima pagina alle più importanti ipotesi di rimpasto al governo. Repubblica fa lo stesso, anzi peggio, relegando a pagina 17 (non proprio un numero considerato fortunato) la consegna delle firme anti-Cav. Ma il quotidiano di De Benedetti si sa che da qualche tempo ha abbandonato Bersani lanciando la candidatura di Mario Monti. Il Riformista, che settimane fa aveva nutrito dubbi sull'effettiva importanza ed efficacia della raccolta firme scrivendo di preferire 10 milioni di voti, ne parla dedicando un titolo delle pagine interne alla citazione di Vasco Rossi fatta dal leader democratico Bersani: "Eh già, io sono ancora qua". Che fortuna, penserà qualcuno.

Nemmeno Il Fatto strizza l'occhio all'linziativa del Pd, probabilmente non ritenendola una opportunità da cavalcare per andare contro il presidente del Consiglio. Insomma ci si aspettava un'accoglienza mediatica maggiore nei confronti delle "milionate" di firme consegnate al sottosegretario Gianni Letta a Palazzo Chigi. E probabilmente se l'aspettavano anche i vertici del Pd, i quali avevano scelto l'8 marzo per dare una maggiore eco all'iniziativa e strumentalizzare l'occasione per chiamare alle armi le donne. La trovata non è andata in porto, però, complice la scarsa affluenza nelle piazze.

Ne è prova il fatto che nelle prime pagine dei quotidiani campeggino più mimose che moduli di sottoscrizione. Insomma: è la campagna di Bersani che non è stata capita o anche i quotidiani o hanno abbandonato anche loro Bersani? 

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