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Foibe, Napolitano: "Basta odio" E Fini: "Problema ancora attuale"

Nel Giorno del Ricordo il capo dello Stato: "Rinnovare l’impegno di ricordo". Fini: "Ingiusti tentativi di rimozione". Gli ex An: "Troppi silenzi"

Foibe, Napolitano: "Basta odio" 
E Fini: "Problema ancora attuale"

Roma - Sulle foibe e sulla tragedia degli italiani in Istria è finito il tempo dell’oblio: ne è convinto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che oggi ha celebrato al Quirinale il Giorno del ricordo. "Siamo qui per rinnovare anche quest’anno l’impegno comune del ricordo, della vicinanza, della solidarietà - ha detto Napolitano - contro l’oblio, contro forme di rimozione diplomatica che hanno pesato in passato e causato tante sofferenze". E il presidente della Camera, Gianfranco Fini, avverte: "E' ancora attuale, serve una memoria storica contro il tentativo di rimozione".

Tra oblio e memoria Il capo dello Stato ha sottolineato che c’è una "piena continuità" tra il suo intervento di oggi e quello degli anni passati quando "ho voluto dire determinate cose, fin dall’inizio del mio settennato, anche di fronte a reazioni spiacevoli e ingiustificate fuori dall’Italia alle mie parole che erano rispettose di tutti". Napolitano ha sottolineato che l’Italia è "con quanti vissero la tragedia della guerra, delle foibe, dell’esodo, siamo accanto a loro e ai loro familiari, accanto alle famiglie delle vittime innocenti di orribili persecuzioni e massacri". Non si tratta solo di parole, ha detto il presidente, "il nostro è un impegno di vicinanza anche per la soluzione dei problemi ancora aperti e sicuramente all’attenzione del Governo nel rapporto con le nuove istituzioni e autorità slovene e croate". "Si tratta - ha concluso Napolitano - di memoria da coltivare tutte in vista del centocinquantenario dell’Italia unita e di un rinnovato impegno a costruire quell’Europa sempre più rappresentativa delle sue molteplici tradizioni e sempre più saldamente integrata di cui c’è bisogno nel mondo globalizzato di oggi e di domani".

Fini: "Serve una memoria storica" La storia dell’esodo e delle vittime delle foibe è anche la storia di "un ingiusto tentativo di rimozione che non ha tenuto conto delle tante tribolazioni e dei tanti dolori patiti dai trecentomila italiani che furono obbligati all'esilio". Inaugurando a Montecitorio, nel Giorno del Ricordo, l’esposizione Gli Italiani dell’esodo testimonianze di immagini e oggetti, Fini ha spiegato che è "fondamentale promuovere presso i giovani la più ampia e approfondita conoscenza possibile di tutte le pagine del nostro passato, anche e soprattutto di quelle più dolorose, come l'esodo degli italiani e la tragedia delle foibe, affinché la loro formazione di cittadini avvenga nella consapevolezza della memoria storica e della necessità di difendere sempre i diritti dell'uomo, contro ogni violazione dettata dal razzismo, dal totalitarismo". "Purtroppo, come è ampiamente noto - ha sottolineato Fini - attorno a questi esuli non si strinse, o non si strinse a sufficienza, l'abbraccio solidale dell'Italia. Il Paese fu, in molti casi, indifferente, talvolta anche ostile. Tanti esuli dovettero vivere a lungo nei campi profughi, in condizioni precarie e difficili. La loro sofferenza fu oscurata e resa invisibile. E non c'è dubbio che tutto ciò rappresentò un dramma ulteriore. La storia dell`esodo e delle vittime delle foibe è anche questa, è la storia di un ingiusto tentativo di rimozione che non ha tenuto conto delle tante tribolazioni e dei tanti dolori patiti dai trecentomila italiani che furono obbligati all'esilio".

Meloni: "Oscurantismo ideologico" "Non ci sono definizioni, se non quella difficile di oscurantismo ideologico, per spiegare l’atteggiamento tenuto quest’oggi da alcuni istituti scolastici romani, i cui dirigenti si sono rifiutati di celebrare il Giorno del Ricordo. Tacere, nascondere agli studenti la tragedia nazionale delle foibe, equivale a negarla. E ciò vale per le Foibe come per la Shoah e per tutti quei drammi del passato, il cui ricordo non ha il senso della rivalsa, ma della lezione di vita nei confronti dei più giovani". A seguito della decisione dei dirigenti scolastici della scuola elementare Iqbal Masih e del liceo socio-psico-pedagogico Vittorio Gassman di non commemorare il Giorno del Ricordo, il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, ha spiegato che "ancor più grave dell’indifferenza è l’atteggiamento tenuto dall’istituto Gassman, dove all’assordante silenzio si è aggiunto un vero e proprio atto di censura nei confronti di un’iniziativa di commemorazione promossa dagli stessi studenti".

"Oggi siamo tutti chiamati a ricordare una pagina drammatica della storia d’Italia, a fare i conti con una ferita evidentemente ancora aperta nella coscienza nazionale - ha concluso la Meloni - la scuola non può barattare il suo dovere educativo in nome di una malcelata militanza politica, perchè così tradisce la sua missione sociale, e chi non comprende questo è inadeguato a ricoprire ruoli di responsabilità".

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