Cronaca locale

«Fratello clandestino» Storie vere di giovani immigrati

Ultime repliche sul palco del Crt Salone (via Dini 7, info: 02-289011644) per «Fratello Clandestino», spettacolo di Mimmo Sorrentino nato nel 2005 dai racconti di ragazzi stranieri di recente immigrazione, ai quali era stato proposto dalla Fondazione L’aliante di Milano di partecipare ad una esperienza di laboratorio teatrale. L’idea era quella di offrire uno spazio «altro» rispetto a quelli tradizionali, per raccontarsi e provare a rielaborare i propri vissuti, offrendo un intervento che valorizzasse la creatività e l’esperienza di ognuno, per dare senso nuovo e continuità alle storie individuali. Il risultato è un labirinto di storie incastrate una nell’altra che, tra realtà e fantasia, possono darci un’idea del viaggio compiuto da questi e da molti altri ragazzi, dal paese d’origine fino a noi. Il lavoro è l’esito di un laboratorio teatrale condotto dallo stesso Sorrentino che, prendendo spunto dai racconti dei ragazzi, ha prodotto un testo attraverso i tradizionali elementi della tragedia classica, il mito e la sua conseguente ritualità, lo scontro tra grandi forze eticamente connotate (l’odio e l’amore, la vita e la morte, il giusto e l’ingiusto, l’illusione e la delusione, la speranza e la disperazione) parlandoci di un mondo in cui anche accanto all’orrore, all’assurdità, al tormento c’è qualcosa che assomiglia alla felicità. «Fratello Clandestino» ci racconta che la tragica storia di questi ragazzi, imbarcatisi bambini in stive di navi cariche di ananas per raggiungere l’Eden e trovatisi catapultati in moderni campi di concentramento, ci riguarda.

E non solo come questione morale, ideologica, politica, di coscienza, ma soprattutto perché queste «anime salve» ci ricordano il nostro essere ospiti, stranieri in questo mondo, sempre in bilico tra l’affermazione di noi stessi, della nostra presenza, e l’universo della labilità in cui si è costretti a vivere.

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