Cronache

«Andrea conosceva i suoi rapitori» E ora s'indaga sulla vita di Calevo

Andrea Calevo, il giovane imprenditore spezzino da domenica notte in mano ad in gruppo di sequestratori, «conosceva sicuramente i propri rapitori». A parlare, se pur sottovoce, è uno degli inquirenti che si stanno occupando del caso che spiega la pista con il fatto che poche tracce oggi confermate, fanno presupporre che i criminali conoscessero le abitudini del giovane, i luoghi e le condizioni dell'azienda, ma più che altro che non avevano come obiettivo la semplice rapina, per la quale sarebbe stato facile entrare in quella villa dove era presente solo la madre, ma volevano proprio Andrea.
Conoscenti, forse presunti amici, persone di cui si fidava o persino figure della sua «cerchia ristretta» che hanno agito per fatti che a tutt'oggi non sono ancora stati svelati dalla vita di Andrea Calevo, una vita privata che è tutta ancora da «leggere».
Intanto i giorni passano senza notizie del giovane industriale e senza alcun contatto con i sequestratori. Non ci sono state richieste di riscatto, non ci sono tracce evidenti e non ci sono testimoni così le indagini proseguono per ricostruire le ultime misteriose ore che hanno preceduto il blitz dei banditi. L'ultima importante novità arriva dall'analisi dei tabulati telefonici del giovane. A balzare agli occhi degli investigatori è stata poi una telefonata arrivata poco prima dell'assalto dei rapitori. Forse quella sera, prima di uscire Andrea Calevo avrebbe risposto ad una chiamata ed avrebbe detto alla madre che sarebbe dovuto uscire e che sarebbe rientrato presto.
Non è chiaro però chi lo avesse cercato e cosa volesse da lui. Ancora dubbi e misteri quindi, con la situazione che appare in stallo, ed ogni giorno le certezze investigative che sembrano creare piste possibili e serie, perdono di solidità. A cadere, almeno per ore, è anche il rebus dell'auto. Gli inquirenti infatti non hanno ancora chiaro se lo strano viaggio di andata e ritorno tra lo spezzino e la Toscana sia da collocare nella stessa notte del rapimento o la notte prima.
Insomma, in attesa di «parole certe» dalle analisi del Ris di Parma sulle tracce rinvenute nell'auto dell'imprenditore, gli investigatori impegnati da quattro giorni a risolvere i tanti misteri di questo rapimento si muovono realmente a tutto tondo.
Eppure c'è ottimismo tra qui inquirenti: «Non abbiamo novità fondamentali, ma qualcosa c'è ed è un po' più definito. Ma è ancora una questione di vita o di morte», ancora una volta il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce che coordina le indagini sul sequestro di Calevo, ha detto tutto e non ha spiegato nulla. «Possono ancora aprirsi degli spiragli e sinceramente non siamo al punto di partenza - ha chiarito lo stesso procuratore - , anche se non c'è una direzione univoca delle indagini. Però ci sono varie ipotesi investigative con vari scenari perché non ci sono indizi che ci portano in maniera unilaterale su una pista».


In queste ore le indagini si sono concentrate sui rapporti del rapito con altre persone, sia in ambito personale che professionale.

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