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Una gestione in famiglia Così il clan Lusi vigilava sui rendiconti dei Dl

Il nipote dell’ex tesoriere per anni ha lavorato nello studio del commercialista che ha certificato i rendiconti dei Dl. Faida nel Pd: "Chi ha finanziato Bersani?"

Una gestione in famiglia  Così il clan Lusi vigilava sui rendiconti dei Dl

Roma - Una gestione in famiglia, quella di Lusi e amici ovviamente. Il revisore contabile chiamato a certificare i rendiconti della Margherita firmati dall’ex tesoriere ora indagato per appropriazione indebita, è un importante commercialista di Roma, il dott. Giovanni Castellani, titolare dell’omonimo studio contabile in via Bassano del Grappa. È lui che, il 6 giugno 2011, mette la sua firma (insieme agli altri due revisori, Mauro Cicchelli e Gaetano Troina) in calce alla «Relazione del collegio dei revisori dei conti sul rendiconto chiuso al 31.12.010 Democrazia è Libertà - La Margherita», promuovendo a pieni voti il lavoro di Lusi, che nel rendiconto avrebbe - scrive Castellani - «rispettato il principio della prudenza, per quanto attiene le valutazioni di attività e passività», concludendo che il bilancio di Lusi «è attendibile, atto a rappresentare la gestione economica e finanziaria e pertanto questo Collegio esprime il proprio parere favorevole all’approvazione dello stesso».

Una bella promozione, dunque, condita anche da qualche complimento per la «prudenza» e la saggezza del tesoriere Lusi. Che in effetti conosce bene il suo «revisore» Castellani, come ci conferma lo stesso commercialista al telefono: «Beh, direi che io e Lusi siamo in rapporti di cordialità, è lui che mi chiese di far fare il praticantato da commercialista a suo nipote presso il mio studio, e io dissi di sì, come faccio per altri che me lo chiedono, non c’è niente di strano mi sembra», ci dice il revisore di Lusi. Niente di strano né di irregolare, solo un’opinabile prossimità tra controllato (i tesoriere della Margherita Luigi Luisi) e controllore (il revisore dei conti della Margherita). In effetti il nipote di Lusi, Emanuele, ha collaborato a lungo con lo studio di Castellani, dove appunto ha fatto la pratica. Attualmente Emanuele Lusi è partner di uno studio legale di Roma, lo studio Lusi, che poi è lo zio Luigi, senatore Pd. Prima di passare dallo zio, Lusi jr lavorava da quello che, in quel momento e anche dopo, era il commercialista investito della responsabilità di dire se i rendiconti di Lusi erano fatti bene o meno. Nel maggio 2010 il solito collegio di revisori approva, con le stesse valutazioni dell’anno successivo, il rendiconto di Lusi. Qualche mese dopo vengono assegnate due borse di studio del valore di 5mila euro dalla Fondazione Telos, «centro studi dell’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Roma».

Chi è il presidente della Fondazione Telos? Giovanni Castellani, dottore commercialista e revisore dei conti della Margherita. E a chi viene assegnato il «Premio Chiaron Casoni» con relativa borsa? Proprio a Emanuele Lusi, nipote del tesoriere della Margherita, per uno studio su «Ebitda e valutazione d’azienda. Un approccio sperimentale». Qualità e professionalità a parte, la domanda si pone: era sufficientemente super partes il revisore dei conti di Lusi? Che garanzia può dare un collegio di controllo nominato dagli stessi organi di partito che devono essere controllati, magari anche amici oppure datori di lavoro di parenti? «I revisori dei partiti sono revisori un po’ anomali - ammette il dott. Castellani -. Noi facciamo un controllo sul rispetto delle voci previste dalla legge, ma non sulle spese, altrimenti sarebbe un lavoro infinito che non possiamo fare». Niente controlli sulle spese di Lusi...
L’altro organo che ha approvato il bilancio di Lusi, cioè l’Assemblea federale della Margherita, non ha certo fatto verifiche più approfondite. Restano nero su bianco, nel verbale chiuso nel giugno 2011, le valutazioni di alcuni di loro. Il presidente della Margherita, Francesco Rutelli, che «ringrazia i Tesoriere Lusi per l’equilibrio e la correttezza delle funzioni assegnategli», e definisce il bilancio «in ordine, senza debiti né patrimoni residui».

Paolo Gentiloni, ex ministro della Margherita, certo che l’operato di Lusi «consenta di chiudere l’esperienza del partito in modo sereno dal punto di vista finanziario». Serenissimo. Chiude il presidente dell’assemblea, senatore Enzo Bianco, che «ringrazia il Tesoriere Lusi per la riconosciuta professionalità con la quale ha svolto il suo servizio in questi anni».

Erano loro, insieme al revisore amico di famiglia, a «vigilare» su Lusi.

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