Cronache

Giornata contro l'Aids Niente profilattico sulla Rai Ma è proprio una censura?

Pd, Radicali e associazioni gay, protestano per l'invito dato da un dirigente di Viale Mazzini ai giornalisti di non menzionare la parola "preservativo" nei programmi su Radio Rai1. Il ministero della Salute: "Da noi nessuna censura"

Giornata contro l'Aids Niente profilattico sulla Rai Ma è proprio una censura?

Il 1° dicembre si è celebrata la Giornata mondiale contro l'Aids. Si è parlato molto della malattia, delle cure e della prevenzione su giornali, telegiornali e siti internet. Ma quest'anno in Italia si è parlato soprattutto della polemica per la sparizione della parola preservativo dai programmi di Radio Rai. Ne è scaturita una polemica durissima in cui, specie dalle forze politiche di sinistra, ma non solo, sono piovute accuse di censura nei confronti dei dirigenti di Viale Mazzini. Ma vediamo meglio cos'è successo...

Laura De Pasquale, assistente del direttore di Radio Rai1 e dei Radiogiornali, ieri mattina poco prima delle 9 ha inviato un e-mail ai giornalisti: "Carissimi, segnalo che nelle ultime ore il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alle necessità di sottoporsi al test Hiv in caso di potenziale rischio. Se puoi sottolinea questo concetto, ma comunque con gli esperti dovremmo andare tranquilli. Resto comunque a disposizione per qualsiasi chiarimento". La richiesta non è passata inosservata e, pur essendo una "comunicazione aziendale interna", qualcuno l'ha fatta trapelare. E subito è scoppiato il caso. Chi è che ha ordinato la "censura"?

Dal ministero alla Salute è arriva una secca smentita: "Nessuna indicazione circa l'uso della parola profilattico e preservativo all'interno di programmi Rai nella giornata mondiale dell'Aids lo scorso 1° dicembre". In una nota diffusa dal portavoce del ministro della Salute, Renato Balduzzi, si sottolinea che "anche gli esperti indicati dal ministero erano assolutamente liberi nei loro interventi". Viene negata, quindi, l'interpretazione data dal Corriere della Sera, che in un articolo aveva insinuato che sarebbe stato il ministero della Salute a chiedere di evitare di menzionare il condom.

Il Pd si appella all'Ordine dei giornalisti

Roberto Giachetti, deputato Pd, annuncia una lettera ai presidenti dell’Ordine dei Giornalisti nazionale e del Lazio: "Se questo episodio fosse confermato sarebbe gravissimo. Il punto però è un altro: mi chiedo infatti se un editore, in questo caso la Tv pubblica, possa vietare a giornalisti di grande professionalità quale quelli che lavorano in Rai, che conoscono molto bene il loro mestiere, la deontologia e le regole del giornalismo, di pronunciare esplicitamente la parola preservativo. Credo si tratti di una forma di censura intollerabile che non solo mortifica la categoria e la professionalità di tanti autorevoli giornalisti, ma soprattutto discredita la missione stessa del servizio pubblico, che ha il dovere di fornire una informazione sempre corretta e libera".

La protesta dei Radicali

I Radicali di Milano hanno organizzato un’azione dimostrativa (Flash Mob preservativo contro l’Aids) davanti alla sede Rai di Milano, in corso Sempione: "Ci appelliamo a tutti i cittadini e alle associazioni Lgbt affinché siano presenti con preservativi per protestare contro questa vergognosa censura talebana".

Il Gay Centerchiede chiarimenti

"Chiediamo con urgenza - protesta Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center - un chiarimento al Ministro Balduzzi a cui chiediamo anche di riceverci. Chiediamo chiarimenti alla Rai e un incontro al direttore generale Lorenza Lei". "Un atto grave e pericoloso -afferma Marrazzo- non solo per il bene dell’informazione ma anche per il bene della salute e della prevenzione di malattie come l’Aids. Censurare la parola preservativo è da regime totalitario non da democrazia.

E la Rai fino a prova contraria è pagata dai cittadini italiani che meritano una corretta e libera informazione che comprenda anche la parola preservativo".

 

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