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"Non è umiliante lavorare nell'agricoltura". Lollobrigida dà una lezione alla sinistra

Il ministro dell'Agricoltura al Vinitaly ribadisce la necessità di tornare a essere imprenditori agricoli in un momento storico in cui è alta la richiesta

"Non è umiliante lavorare nell'agricoltura". Lollobrigida dà una lezione alla sinistra

Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, è intervenuto al Vinitaly, la tradizionale esposizione vinicola italiana, prendendo parte al convegno vino, salute, turismo nell'auditorium Verdi. Il ministro ha affrontato i temi più caldi del momento inerenti il settore di riferimento ed è tornato anche sulla solita polemica strumentale sollevata dalla sinistra, che dall'alto di una autodeterminata maggiore levatura morale e culturale cerca continuamente il pretesto per criticare il governo. "Ieri qualcuno ha contestato una mia affermazione, non ho mai parlato di campi, non ho detto bisogna tornare a lavorare nei campi, no - ha spiegato il ministro -. Ho detto che bisogna tornare a fare gli imprenditori agricoli".

Un'affermazione che chiunque abbia conoscenza, anche minima, del tessuto economico italiano sa essere di buon senso. Ovviamente, non lo ammetterà mai chi è mosso solo da sentimenti ideologici e dalla voglia di trovare il pretesto per l'ennesimo, strumentale e vuoto, attacco al governo. "Esiste una richiesta legittima dal mondo imprenditoriale di forza lavoro. Bisogna far girare le macchine e speriamo che sia invertita questa drammatica situazione della disoccupazione in Italia", ha proseguito il ministro, spiegando la politica che il governo di Giorgia Meloni intende adottare per rafforzare il settore primario del nostro Paese, anche nell'ottica della revisione del reddito di cittadinanza.

"Esiste un provvedimento, il reddito di cittadinanza, basato su due principi: uno è quello di assistere chi non può lavorare. Bene, va rafforzato questo aspetto, vanno assistiti coloro che non possono lavorare in uno spirito solidaristico. Ma questa ricchezza va creata e si crea con il lavoro non per decreto e non si crea vendendo i beni di famiglia", ha sottolineato il ministro ribadendo il concetto che esiste ed è concreta una richiesta di manodopera nel mondo agricolo, che non si riesce a soddisfare.

"Sono lavori umilianti, sono lavori per cui una persona di deve vergognare di prendere uno stipendio a fine mese? Io credo di no, perché se così fosse, quando si chiede di aprire i flussi per portare persone che fanno lavori indegni, si apre un mercato degli schiavi non si sta dando la possibilità di lavoro. Io non penso che sia così", ha proseguito Lollobrigida, smascherando l'ipocrisia, e l'ignoranza, della solita sinistra.

Il lavoro agricolo ha la stessa dignità di qualunque altro lavoro onesto: "Non c'è nulla di vergognoso nel lavorare in agricoltura e fare l’imprenditore agricolo, che anzi dà la possibilità di avere un reddito alto".

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