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"Le rendite catastali non si toccano". Il governo evita la stangata sugli italiani

Il viceministro Maurizio Leo assicura: "Non serve rivedere i valori, daremo la caccia alle case abusive". E traccia la rotta: "Subito Irpef a tre aliquote, flat tax entro la fine della legislatura"

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"Le rendite catastali non si toccano". Il governo evita la stangata sugli italiani

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Il centrodestra al governo ha confermato la linea portata avanti in campagna elettorale: sulla casa non deve esserci alcuna stangata ai danni degli italiani. Mentre l'Unione europea continua a raccomandare di allineare i valori catastali ai valori di mercato correnti, l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di procedere in tale direzione. Il governo è stato chiarissimo: in questo momento parlare di aggiornamento del catasto è un fuor d'opera.

"Le rendite catastali non si toccano"

La sinistra fa da sponda all'Ue e come al solito propone la classica ricetta sulla patrimoniale. Ma al governo c'è una coalizione che la pensa in maniera del tutto opposta, che ha giurato di non voler mettere le mani sulla casa degli italiani. L'adeguamento degli estimi catastali ai valori di mercato non è un tema all'ordine del giorno. Il motivo? Si teme un impatto economico assai negativo ai danni dei cittadini, considerando eventualmente anche le nuove regole sui conti pubblici dettate dal Patto di Stabilità.

La volontà del governo è quella di concentrarsi sulla lotta all'abusivismo edilizio. L'eterno pilastro della maggiore progressività del sistema non può giustificare una stangata che andrebbero a pagare gli italiani. Ecco perché Maurizio Leo ha assicurato che le rendite catastali non si toccano: "Non è affatto vero che i nostri valori catastali siano così inattuali. L'ultimo aggiornamento risale al 1988-89 ed è il più recente tra quelli realizzati nei principali Paesi europei".

Il viceministro dell'Economia, intervistato da La Stampa, ha fornito un'argomentazione precisa per rafforzare la propria tesi: "L'ultimo aggiornamento risale al 1988-89 ed è il più recente tra quelli realizzati nei principali Paesi europei". A tal proposito ha citato gli esempi di Austria (1973), Belgio (1975), Francia (1970) e Germania (1964). "Inoltre, nel 1997 le nostre rendite catastali sono state 'rivalutate' del 5% e nel 2012 col governo Monti sono state incrementate, ai fini Imu, del 60% per le abitazioni e di percentuali di poco inferiori per gli altri immobili", ha aggiunto.

Leo ha annotato che allo stato attuale esiste una disciplina sul riequilibrio delle rendite delle diverse microzone comunali e sulla regolarizzazione delle situazioni non conformi. Inoltre ha garantito che, potenziando la condivisione di dati e documenti tra l'Agenzia delle Entrate e Comuni, si affronterà il tema degli immobili fantasma: "Interverremo con una serie di misure per accelerare l'individuazione degli immobili non censiti e abusivi".

Riforma dell'Irpef e flat tax

Sull'agenda del governo Meloni rientra anche la riforma dell'Irpef. Le possibili soluzioni in fase di valutazione sono due, ma comunque le aliquote sono destinate a scendere dalle attuali quattro alle future tre. Il viceministro ha aperto la porta a una risposta rapida: "Capiremo a breve se qualche step possa essere attuato magari già dal prossimo anno". In questo momento si stanno elaborando i possibili scenari "per misurarne tutti gli effetti".

Il discorso si lega anche al taglio al cuneo fiscale che l'esecutivo punta a far diventare strutturale. In tal senso la modifica della curva delle aliquote assumerà un ruolo importante "per evitare che la tassazione finisca per erodere parte del beneficio concesso sul cuneo".

Infine c'è il pilastro della flat tax, un traguardo che si intende centrare entro la fine della legislatura con il fine di ridurre il prelievo. Su questo fronte Leo ha negato la possibilità di tagliare la spesa sociale, sottolineando invece la necessità di procedere verso la riduzione della pressione fiscale: "Parlare di flat tax significa ribadire che il percorso virtuoso per la riduzione delle tasse deve essere realmente avviato".

Quanto ai moniti dell'Ue, il viceministro ha assicurato che il governo non verrà meno ai principi di progressività e dell'equità della tassazione: "Un'adeguata combinazione di area esente da tassazione, deduzioni dal reddito e detrazioni d'imposta faranno domani lo stesso lavoro che oggi viene svolto dal sistema delle aliquote marginali per garantire la progressività".

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