Guerra in Ucraina

L'esplosione misteriosa e la minaccia di Medvedev sulla Crimea: "Apocalisse vicina"

Nuova esplosione in Crimea. Non c'è la conferma di un raid ucraino ma il botto è avvenuto nello stesso centro a ovest della penisola oggetto sei giorni fa di un attacco ucraino

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La Crimea torna al centro degli obiettivi militari ucraini? È quello che si potrebbe pensare in relazione al fatto che nella giornata odierna una potente esplosione è stata sentita dai residenti a Olenivka, nell'estremo ovest della penisola ucraina occupata dalla Russia dal 2014 e da allora integrata nel suo territorio metropolitano. Non è nota ancora la causa.

Olenivka si trova nella penisola di Tarkhankut, la più occidentale della Crimea. Secondo quanto riportato inizialmente dal canale di informazione locale Krymskiy Viter su Telegram, alla periferia di Olenivka si sarebbero uditi dei botti poderosi e si sarebbe alzata una colonna di fumo. Il luogo delle esplosioni sarebbe stato subito raggiunto da soccorritori e ambulanze. Un breve video apparso su X (Twitter, ndr) mostrerebbe le conseguenze dell'esplosione, ma l'identificazione di luoghi e possibili cause dell'esplosione appare complessa.

Il luogo del nuovo episodio è tutto fuorché esterno alle dinamiche della guerra tra Russia e Ucraina. Infatti, proprio a Olenivka la scorsa settimana l'Ucraina ha messo a segno un colpo militare di non secondaria importanza. Il 23 agosto un attacco missilistico ucraino ha centrato postazioni russe proprio a Olenivka. Nel raid è andata distrutta una batteria anti-aerea S-400 Triumph di missili a medio raggio che la Russia impiega, in caso di necessità, come alternativa all'artiglieria contro le postazioni di Kiev. Il segretario del Consiglio di sicurezza di Kiev Oleksiy Danilov ha rivendicato i danni inflitti ai russi, che comprenderebbero anche una batteria di missili anti-nave Bastion colpita e danneggiata dall'azione balistica ucraina. Il giorno successivo, il 24 agosto, festa dell'indipendenza ucraina, il Gru, l'intelligence militare di Kiev, ha comunicato che un commando ucraino è sbarcato in Crimea per un'azione dimostrativa issando sul territorio della penisola la bandiera giallo-azzura. Si tratterebbe della prima operazione di soldati ucraini sul territorio della penisola rivendicata da Kiev, la cui annessione alla Russia non è riconosciuta dalla comunità internazionale, dal 2014 a oggi.

La Crimea è l'oggetto del desiderio dell'avanzata ucraina che, faticosamente, prova a consolidarsi a Est contro gli occupanti russi. E ieri Volodymyr Zelensky è tornato a parlarne, sottolineando che la riconquista della Crimea potrà avvenire non necessariamente manu militari, sottolineando che a Kiev potrebbe bastare avanzare fino ai confini della penisola per convincere i russi a smilitarizzarla ed evacuarla senza ulteriori spargimenti di sangue. A Zelensky ha risposto, con la durezza di toni che lo contraddistinguono da tempo, l'ex presidente russo e vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale Dmitriy Medvedev: "I criminali ucraini hanno dichiarato di essere d'accordo nel compiere attentati in tutta la Russia, per esempio in Crimea", ha scritto Medvedev su Telegram, aggiungendo che "autorizzazione occidentale all'Ucraina di attaccare obiettivi nella penisola di Crimea avvicinerebbe l'Apocalisse", ovvero il confronto diretto tra Mosca e blocco euroatlantico. Per Medvedev il via libera a massicce operazioni militari contro la Crimea testimonierebbe "la complicità dell'Occidente nella guerra contro la Russia a fianco dello Stato di Stepan Bandera". Kiev, non a caso, ha tenuto a precisare che il missile usato per distruggere gli S-400 era di costruzione nazionale. Tra desideri politici e retorica guerresca, la Crimea resta il pomo della discordia del conflitto.

E il piccolo centro di Olenivka è l'epicentro del fronte militare che la riguarda.

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