Guerra in Israele

Missili, basi e miliziani sul fronte nord: l'odio di Hezbollah minaccia Israele

Con l'assalto di Hamas a Israele, Hezbollah è tornato a essere al centro dell'attenzione per l'ipotetica apertura del fronte nord. Il Partito di Dio ha un arsenale potente. E i suoi uomini addestrati con anni di guerre

Missili, basi e miliziani sul fronte nord: l'odio di Hezbollah minaccia Israele

Il Libano, soprattutto la sua parte meridionale, è costellato di bandiere giallo-verdi con il mitra stilizzato e la sura V, versetto 56, del Corano. Sono le bandiere di Hezbollah, il "Partito di Dio", il movimento-milizia di stampo sciita che dal 1982 segna la vita del Libano e di conseguenza quella di Israele.

Un partito nato per una guerra

È nato in un preciso momento, durante la prima guerra del Libano, in quel conflitto che per gli israeliani è stata l'operazione "Pace in Galilea". Una resistenza che si basava su una chiara ispirazione culturale e politica, quella della rivoluzione che pochi anni prima aveva cambiato per sempre l'Iran, rendendolo una Repubblica islamica guidata dall'Ayatollah Khomeini. La fusione di questi due eventi storici, la guerra da una parte e la rivoluzione islamica dall'altro, resero possibile la nascita di un movimento che trovò immediatamente terreno fertile nel sud del Libano, nella valle della Bekaa e in molte aree urbane libanesi dove la componente sciita era maggioritaria.

Nel tempo, Hezbollah, soprattutto con il passaggio da Abbas al-Musawi all'attuale segretario Hassan Nasrallah, si è radicato nel Paese trasformandosi non solo in un partito politico, ma in una vera e propria forza sociale, capace di gestire intere provincie attraverso reti politiche, scuole, servizi per la cittadinanza: dove non c'è lo Stato c'è Hezbollah. Ed è questo movimento armato a essere da molti anni uno dei riferimenti politici degli sciiti in quel complesso meccanismo confessionale che contraddistingue la politica libanese, tanto da ottenere ministeri e sindaci. Hezbollah e Amal, l'altro partito che fondato Musa al-Sadr negli Anni 70, riunisce gli sciiti e che rappresenta il fronte "moderato" di questo ramo dell'Islam in Libano.

L'arsenale di Hezbollah

Nel corso dei decenni, Hezbollah si è rafforzato diventando una milizia sempre più potente. Collegato e addestrato dai Pasdaran iraniani, e avuto modo di combattere in più guerre, dal Libano alla Siria, i membri del partito sciita sono componenti di un esercito ben strutturato, radicalizzato ma soprattutto perfettamente in grado di combattere sul terreno nel quale è nato e si è plasmato. Lo ha dimostrato anche l'ultima guerra in Israele, quella del 2006, in cui le forze armate dello Stato ebraico non sono riuscite a distruggere le forze nemiche né il suo arsenale, arrivando a un nulla di fatto che per Hezbollah fu una vittoria mentre per i vertici israeliani un buco nell'acqua del quale solo alcuni pagarono.

Insieme alla capacità dei suoi combattenti, Hezbollah può poi contare su un arsenale reso possibile dal contrabbando, dai traffici con la Siria ma soprattutto grazie a finanziamenti, forniture e addestramento provenienti dall'Iran. Secondo le stime di alcuni analisti, milioni di israeliani sono potenzialmente sotto il tiro della milizia sciita libanese, in particolare di razzi a corto raggio come Falaq 1 e 2, Shahin, vecchi razzi Katiyuscia di fabbricazione sovietica e i Fajr 3. Non solo: Hezbollah, come ricorda l'Ansa, ha anche decine di migliaia di missili a medio raggio che possono raggiungere le maggiori città israeliane, e addirittura migliaia di missili a lunga gittata che riescono a coprire l'intero territorio dello Stato ebraico. A questo si aggiungono poi le capacità missilistiche antiaeree e anticarro: un arsenale che servirebbe soprattutto per frenare un'eventuale avanzata delle truppe israeliane intenzionate a risalire il Libano quantomeno fino al fiume Litani. E in tutto questo, preoccupano anche le capacità di Hezbollah sul fronte navale, con missili e barchini capaci di infiltrarsi oltre il confine marittimo di Israele e colpire le coste del Paese.

Una pressione continua su Israele

Se questa sia la vera intenzione di Nasrallah è tutto da vedere. E i dubbi restano. L'apertura del fronte nord è una minaccia che forse, per la strategia di Hezbollah e dell'Iran, potrebbe anche rimanere tale. A Teheran e ai vertici di Hezbollah potrebbe risultare poco utile scatenare un conflitto dai confini oscuri, preferendo invece continuare a rappresentare un nervo scoperto di Israele, capace di generare pressione su una potenza che ha mostrato lacune nel campo della sicurezza. Inoltre, la crisi economica del Libano e la grave crisi sociale che lo contraddistingue potrebbe rendere difficile giustificare una guerra su vasta scala con il vicino del sud, e lo dimostra il fatto che pochi mesi fa Beirut - con anche il beneplacito del Partito di Dio - ha firmato un accordo per il riconoscimento del confine marittimo.

Gli Stati Uniti stanno lavorando soprattutto attraverso Amal per far sì che Hezbollah resti fermo. E forse, a questo punto, l'interesse di Hezbollah potrebbe rimanere quello di distrarre le Israel defense forces contro una milizia terroristica, Hamas, che va ricordato che non sempre è stata alleata del movimento di Nasrallah. Resta però il dubbio che qualcuno dei vertici o delle frange più estremiste, ingolosito dalla guerra di Israele contro Hamas, possa volere infliggere un colpo più pesante a Israele, che al momento sta rispondendo con un lancio di missili chirurgico per distruggere le postazioni che sparano razzi o gli infiltrati palestinesi in territorio libanese. Tutto è appeso a un filo sottilissimo di tensioni, minacce e tentativi di mediazione.

E il nord di Israele, così come il sud del Libano, guardano il proprio cielo e quanto accade a Gaza.

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