I commercianti con Petrali: «Giustizia è fatta per tutti, basta vivere nella paura»

Un abbraccio ideale, quello che i militanti e sostenitori della Lega Nord hanno voluto far arrivare, fin dalle prime ore del mattino, a Giovanni Petrali, il tabaccaio di piazzale Baracca che nel maggio 2003 uccise un rapinatore e ferì il suo complice. E quel sostegno fuori dalla aule del tribunale è stato di buon auspicio: il titolare settantasettenne, una manciata di minuti prima delle 15, è stato assolto in appello dall’accusa di omicidio colposo. I giudici della prima corte d’assise d’appello, presieduti da Maria Luisa Dameno hanno dichiarato «non punibile» Petrali per l’omicidio di Andrea Merlino, 20 anni, e per lesioni colpose per il ferimento del secondo rapinatore, Andrea Solaro, contestati in virtù del riconoscimento della «legittima difesa putativa».
«È un sospiro di sollievo per tanta gente per bene - il commento dell’europarlamentare e capogruppo della Lega Nord a Palazzo Marino Matteo Salvini - e saremo orgogliosi di candidare nelle liste della Lega Nord Antonio Petrali (il figlio di Giovanni, ndr) e Giuseppe Maiocchi». Per chi non lo ricordasse Maiocchi, vittima di una rapina nella sua gioielleria in via Ripamonti, aveva sparato e ucciso il malvivente nell’aprile del 2004. «La sentenza - prosegue Salvini - stabilisce che uno che ha risposto dopo essere stato aggredito mentre svolge il suo lavoro è innocente». In questo caso però la memoria di Salvini fa cilecca: il Carroccio ha già candidato, alle provinciali del 2009, il tabaccaio e il gioielliere a Milano. Antonio Petrali, presentato nel collegio Milano centro, aveva raccolto 3012 voti, mentre Giuseppe Maiocchi, candidato nella circoscrizione di Milano Rogoredo, invece totalizzò 4100 preferenze.
Attenzione però, avverte Salvini: «Non voglio che il nostro atteggiamento sia inteso come un invito a farsi giustizia da soli, ma solo a sostegno della libertà dei commercianti. Per alcuni mestieri come il tassista, il gioielliere, l’edicolante o il tabaccaio, ci vorrebbe un aumento degli strumenti di difesa e sarebbe sufficiente la dotazione di uno spray da difesa». «Da oggi - gli fa eco Igor Iezzi, segretario provinciale - chi delinque ci penserà due volte prima di aggredire un lavoratore onesto perché i cittadini possono finalmente difendersi». Soddisfatto della sentenza anche il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo de Corato: «È una sentenza che fa giustizia: non si può accettare il fatto che un tabaccaio, già plurirapinato, debba subire l’infamia di passare per assassino e rischi di finire in carcere solo perchè si è difeso da malviventi armati per salvarsi la pelle. In certe situazioni è difficile prevedere il tipo di reazione di un balordo che entra in un negozio per rubare. E un esercente rischia la pelle». Ma per il vicecapogruppo provinciale del Pd Roberto Caputo è «grave strumentalizzare una vicenda drammatica solo a fini elettorali». Sollevati anche i rappresentanti dei commercianti e dei tabaccai. Per il presidente della Commissione Sicurezza e Legalità di Confcommercio «è una giusta sentenza: i giudici hanno riconosciuto la drammaticità della situazione e il panico di chi subisce un’aggressione violenta durante una rapina».

«Il fatto che, secondo i giudici, il collega abbia agito per legittima difesa - commenta Giovanni Risso, presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai - equivale a riconoscere, una volta per tutte, che la nostra categoria lavora ogni giorno all’ombra della paura ed in uno stato di stress comprovato».

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