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I gioielli mistici di Cristina Rotondaro alla Biennale d'arte di Venezia

La Luce, tema dell'esposizione, è anche il filo conduttore delle preziose creazioni del marchio EKA, creato nel 2000 dalla stilista

Gioielli mistici, nati dalla luce, esposti nella Biennale d'arte di Venezia, che si apre il 4 giugno.
Sono quelli di Cristina Rotondaro, nata in Kenya e cresciuta tra il Marocco, le Filippine e il Brasile, che dopo una lunga esperienza in Bulgari ha creato nel 2000 il suo marchio EKA («Uno», in sanscrito), in cui confluiscono molte delle sue passioni, dallo yoga alle filosofie orientali, oltre alle suggestioni dei suoi numerosi viaggi.
In occasione della 54a Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia, intitolata «ILLUMInazioni», dunque, la creatrice di originali gioielli che parlano all'anima è stata scelta per presentare le sue gioie alla mostra «Luce in Azione», del Padiglione della Repubblica di San Marino.
La sua collezione sarà, fino al 27 novembre, nella sezione «Fuori Salone, dentro la Biennale».
Il tema della mostra ha molto a che fare con lo studio e l'ispirazione del lavoro di Cristina Rotondaro. L'artista vede, infatti, la luce come momento di ricerca interiore ma anche come messaggio estetico, come origine dell'azione energetica ed emotiva.
«Esporre alla Biennale - dice - è per me un grandissimo onore, perché incarna il mio desiderio, attraverso le mie creazioni da sempre ispirate e sviluppate attorno ad un lavoro concettuale, artistico e filosofico, di avvicinarmi ancora di più all'arte nella sua accezione più profonda».
Per Cristina Rotondaro è proprio la luce lo strumento narrativo per eccellenza nella creazione di un gioiello.
«Questa mostra - spiega- rappresenta la migliore contaminazione e fusione di stili e forme diversi cui potessi aspirare».
Per i gioielli EKA la stilista usa spesso un materiale come il cristallo, emblema di purezza e di lucentezza, che diventa la simbolica chiave di lettura di tutte le creazioni presentate.
Succede così nel ciondolo chiamato «Poesia», in cui un messaggio inciso sull'oro si srotola sotto il cristallo, quasi a voler essere sfilato dall'uovo che lo racchiude.
L'uovo,metafora della nascita ma anche della trasformazione di ciò che non appare dall'esterno. E la luce che, manifestandosi, rende visibile e possibile non solo il messaggio, ma la trasformazione stessa.
Nella collezione «Lente Interiore», fomata da anello, orecchini e ciondolo, la purezza della madreperla e la preziosa luminosità dei diamanti vengono racchiuse sotto un cristallo, lente che ci invita ad osservare, amplificare ciò che è in fondo, nascosto, ma custodito in ognuno di noi.
La luce, ricorda Cristina, rimanda a quella che l'uomo ha in sé, nell'anima e scintilla preziosissima nei più diversi testi sacri e filosofici, come testimonianza dell'origine divina, impulso all'azione. In altri, quasi in contrapposizione, è «ratio», la mente, che può determinare la superiorità dell'uomo.
I «Cristalli di Luce», creazione diversa dalle altre formata da una magnifica collana e da un bracciale identico, ha forme più spigolose e sfaccettate, quasi a riflettere la complessità di ogni essere umano: si mostra esternamente tagliente, con volti che riverberano colori discordanti a seconda della luce che li illumina.
I fili d'oro che tengono i cristalli sono metafora dei legami che, per quanto preziosi, ingabbiano ma anche che tengono insieme ciò che sarebbe solo frammento sparso per l'universo senza armonia né direzione.
Infine, c'è l'anello «Mantra Amor Vincit Omnia», con cilindro di cristallo bombato, che gira attorno a questa massima e così facendo diventa un Mantra come le ruote votive tibetane, un augurio, una preghiera corale incisa su oro e proiettata verso il mondo: che possa l'amore, con la sua intrinseca luce, vincere sull'oscurità cieca dell'ego dell'individualità.


Le creazioni di Cristina Rotondaro sono attualmente in vendita nelle prestigiose vetrine di Barneys a New York e in numerose località dell'America, da Harvey Nichols a Londra e nel suo atelier, nel cuore di Roma, sulla salita Mignanelli.

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