Cronaca locale

I milanesi in aiuto all'Ucraina: 1,4 milioni, 112 posti di lavoro

Bilancio del progetto avviato da Comune e Shevchenko. Metà di chi arriva è laureato: "Impiegati grazie ai corsi"

I milanesi in aiuto all'Ucraina: 1,4 milioni, 112 posti di lavoro

Marianna è arrivata a marzo con la figlia di 4 anni che «oggi parla quasi meglio l'italiano dell'ucraino». Nel suo Paese era un'insegnante, ha «dovuto imparare in fretta un mestiere nuovo», per ricominciare. Grazie al progetto «Milano aiuta Ucraina» promosso dopo lo scoppio della guerra dal Comune e con l'ex calciatore del Milan Andriy Shevchenko, ucraino, tra i main sponsor, ha seguito un corso di italiano e un corso professionale. «Ho trovato lavoro come cameriera in un albergo del centro, da poco ho aggiunto un secondo impiego in una panetteria». Irina vorrebbe «tanto tornare in Ucraina», ma non sa «quando sarà possibile» e non sa più «cosa rispondere al figlio che non vede il papà da un anno».

Grazie al progetto il bambino «ha frequentato un corso d'italiano e oggi è iscritto regolarmente a scuola e ho potuto acquistare dei vestiti invernali». Svetlana è arrivata con due figli e la mamma a marzo «guidando da sola l'auto». Una famiglia italiana le ha offerto l'alloggio, «ho chiamato il contact center che risponde in lingua ucraina e mi hanno aiutata a sistemare documenti e pratiche, ho avuto in dono vestiti e alimenti, in estate il bambino ha potuto frequentare il centro estivo e si è distratto».

Sono 12.700 secondo la Prefettura gli ucraini in fuga dalla guerra presenti attualmente nella provincia di Milano. Molti nell'immediato hanno potuto contare sui 20mila ucraini già residenti. A un anno dall'invasione russa, è tempo di bilanci. «Un anno complicato» ammette l'assessore al Welfare Lamberto Bertolè che ricorda come all'inizio dell'emergenza «la cosa più veloce per dare risposta a chi arrivava fosse coinvolgere la rete del terzo settore già attiva in città». É nato quindi «Milano aiuta Ucraina», finanziato dal Fondo solidale costituito dalla Fondazione di Comunità Milano per raccogliere donazioni e offrire accoglienza e risposte ai bisogni, circa 30 gli enti coinvolti. In un anno sono stati raccolti 1,4 milioni grazie alla generosità di oltre 350 donatori. «Sheva» con il supporto di sponsor (tra cui Mediaset) ha finanziato il centralino 02.0205 che è diventata la centrale di raccolta degli sos.

Qualche numero delle azioni messe in campo: 2.194 persone sostenute direttamente, la grande maggioranza donne (il 69,8% del totale) con minori (44,2%). Seicento persone hanno partecipato ai corsi di italiano, 106 hanno ricevuto sostegno psicologico, 7.500 sono passate dall'hub di via Mortirolo attivato dal Comune, oltre 200 bimbi inseriti nei centri estivi, 1.689 sostegni per il materiale scolastico, assistenza domiciliare e sanitaria. Grazie ai corsi di formazione professionale, in 112 hanno già trovato lavoro, e «oltre la metà è laureata, ha trovato impieghi altamente qualificati».

Shevchenko ieri a Palazzo Marino ha consegnato al sindaco Beppe Sala una bandiera dell'Ucraina, con la scritta Glory to Ukraine, firmata dal presidente Volodymyr Zelensky per ringraziare Milano dell'aiuto fornito ai profughi. «La città ha aperto il suo cuore e le sue case e ha dato tutto il sostegno che serviva al mio popolo. So che la città di Milano è con l'Ucraina. E per me è molto importante che chi è rimasto in Ucraina a difendere il nostro Paese sappia che mogli e figli sono al sicuro e che l'intera città si sta prendendo cura di loro» ha sottolineato l'ex calciatore.

Oltre 3.500 segnalazioni sono arrivate al centralino 02.0205, le più frequenti riguardavano l'assistenza abitativa, le attività extrascolastiche e sportive, la regolarizzazione, aiuti economici, richieste di lavoro, beni di prima necessità, corsi di italiano. «Quando c'è bisogno noi ci siamo - ha ribadito Sala -.

L'amarezza è che dopo un anno non si vede una soluzione, siamo ancora lontani».

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