Cronache

Ideologia gender: mamme attente a quel diario

Illustrazioni di baci saffici, continui rimandi al circolo Arcigay locale ed un “Questionario etero” che aiuta a scoprire la vera natura della propria sessualità. In Alto Adige è polemica sull’agenda scolastica

Ideologia gender: mamme attente a quel diario

Riaprono le scuole e ricominciano le polemiche. Lo scontro tra chi vorrebbe una maggiore penetrazione della cosiddetta “ideologia gender” nelle classi e chi si oppone riparte dall’Alto Adige e ruota attorno ad un diario. Illustrazioni di baci saffici, continui rimandi al circolo Arcigay locale ed un “Questionario etero” che aiuta gli alunni altoatesini a scoprire la vera natura della propria sessualità. Queste sono solo alcune delle “chicche” in cui si possono imbattere gli studenti che hanno acquistato l’agenda multiculturale trilingue “DAI”, edizioni Raetia, dedicata allo sdoganamento dei temi legati ad omosessualità, transessualità e bisessualità.

Sulla pagina web della casa editrice bolzanina, fondata nel 1991 dal giornalista Gottfried Solderer, si legge: “L’agenda scolastica trilingue e multiculturale DAI, nell’edizione 2016/17 andrà a fondo... in cerca delle radici, nel senso letterale e non: le radici nascoste nella terra e nelle nostre origini”. Ma dietro a questa nebulosa descrizione sembra nascondersi qualcosa di più.

La Nuova Bussola Quotidiana – che ha sfogliato attentamente l’agenda – accusa gli ideatori della DAI di “proselitismo” e “propaganda”. A sostegno di questa interpretazione, come si legge nelle colonne del quotidiano, vengono elencati una serie di contenuti “non convenzionali” evocati in occasione di diverse ricorrenze. L’11 ottobre, ad esempio, “si festeggia il “Coming out Day” e si propone un “Queer Format”, ossia un progetto - che le scuole e i centri giovanili possono chiedere di attuare - in cui è possibile entrare a contatto con giovani omosessuali”. Il 12 novembre, invece, “si invitano gli studenti, ogni secondo sabato del mese alle ore 20:00, all’incontro del gruppo giovani (sul sito si precisa che trattasi di festa privata riservata agli under 28), presso la sede di Centaurus”.

Alla fine dei dodici mesi si arriva al quiz sulla sessualità. Tra le domande del “Questionario etero” troviamo: “Da dove credi che venga la tua eterosessualità?”; “Quando e perché hai deciso di diventare eterosessuale?”; “Sei etero a causa di una fobia per uomini del tuo stesso genere?”; “Ti assumeresti la responsabilità di non trasmettere ai tuoi figli dottrine eterosessuali? Potrebbero poi risultarne disturbati”; “Considerando il sovrappopolamento, è davvero una cosa così furba, che tutti siano etero?”; “Se esistesse una possibilità di variare la tua sessualità la prenderesti in considerazione?”; “Vorresti che i tuoi bambini fossero eterosessuali?”.

In poco più di una settimana numerosi genitori si sono messi in contatto con Giovanna Arminio, consigliera del Popolo della Famiglia nella circoscrizione di Bolzano “Europa Novacella”, in cerca di chiarimenti. Molti di loro raccontano di aver acquistato il diario senza aver idea di quello che contenesse. La Armino, in un recente comunicato, ha annunciato che si rivolgerà alle autorità competenti e al sindaco Caramaschi per ottenere il ritiro del diario.

Anche il consigliere Diego Salvadori della lista Alto-Adige nel cuore ha ricevuto segnalazioni analoghe. “Mi ha chiamato una famiglia di Laives che ha comprato il diario al figlio che frequenta le scuole medie – racconta Salvatori – un acquisto che i genitori dicono di aver fatto sulla fiducia, visto che non si tratta della prima edizione della DAI e sicuri del fatto che la partecipazione di molte scuole nella stesura del diario fosse una garanzia da ogni punto di vista”.

Nella lista delle realtà che hanno cooperato al progetto, oltre al già citato circolo Arcigay Centaurus, all’associazione Campo profughi Ex casa del lavoratore di Merano e alla Federazione Cooperative Raiffeisen dell’Alto Adige-Sud Tirol, ci sono anche molte scuole. Tra queste il liceo Pascoli di Bolzano, il liceo artistico Cademia di Ortisei, la scuola alberghiera “Kaiserhof” di Merano.

Proprio in merito alla partecipazione degli studenti – per lo più minori – è stata promossa un’interrogazione al presidente e alla giunta della Provincia di Bolzano che servirà a sciogliere alcuni nodi. I genitori degli alunni che hanno collaborato alla realizzazione della DAI erano al corrente dell’attività svolta dai propri figli? Ed ancora: quest’ultima era prevista dal piano formativo o meno? Sono stati utilizzati fondi pubblici?

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