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"5mila euro per non entrare nei centri". La mossa del governo contro i migranti

Un decreto del ministero dell'Interno pubblicato fissa l'importo che deve garantire il richiedente asilo proveniente da Paesi sicuri, per il periodo massimo di trattenimento di quattro settimane in attesa dell'esito del ricorso. Viminale: "Cauzione non riguarda persone trattenute nei Cpr"

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Una novità per nulla irrilevante, sul fronte immigrazione, arriva dal nuovo decreto delegato per la gestione delle procedure accelerate di frontiera: ai migranti entrati irregolarmente nel nostro Paese che non vogliono essere rinchiusi nei Centri di permanenza e rimpatrio il governo Meloni prevede che vengano chiesti soldi come garanzia per vitto, alloggio e rimpatrio. Il tutto nell'attesa che si concluda il loro ricorso per ottenere il diritto d'asilo. È stato pubblicato, infatti, in Gazzetta ufficiale il decreto firmato dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, della Giustizia, Carlo Nordio, e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che include questo elemento sostanziale: un versamento di quasi 5mila euro nel caso in cui non intendano essere trattenuti in una struttura dedicata fino all'esito dell'esame del loro ricorso contro il rigetto della domanda. Una modalità adottata per scoraggiare ulteriormente gli sbarchi sulle coste italiane. In ogni caso il Viminale sottolinea come la cauzione "non riguarderà persone trattenute nei Cpr", ma riguarda "esclusivamente i richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri".

La nuova normativa, del resto, era già stata precedentemente inclusa con il decreto Cutro, che prevedeva genericamente "un'apposita garanzia", e demandava ad altro decreto ministeriale. Il testo fissa, nello specifico, l'importo a 4.938 euro (articolo 2) per il periodo massimo di trattenimento (ovvero quattro settimane). Il valore che per i ministri riguarda "la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale; della somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi", come stabilisce l'articolo 1. Più nel dettaglio, i migranti richiedenti asilo che saranno interessati dall'obbligo di questa garanzia sono quelli che non possiedono documenti di identità.

La disposizione si applica a chi, proveniente da un Paese considerato, sicuro si ritrova nelle condizioni di essere trattenuto durante lo svolgimento della procedura alla frontiera. Alla persona straniera "è dato immediato avviso della facoltà, alternativa al trattenimento, di prestazione della garanzia finanziaria", si legge. I ministri hanno fissato nel decreto - all'articolo 3 - anche le modalità di versamento: "La garanzia finanziaria è prestata in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi", c'è scritto. Nel caso in cui il richiedente si allontani indebitamente, il prefetto del luogo ha diritto a trattenere la somma a prescindere da come andrà a finire.

Tutto a favore del bilancio, come si legge: "Le somme derivanti dall'escussione della garanzia in conformità del presente decreto sono destinate all'entrata del bilancio dello stato".

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