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Il Cavaliere apre alle coppie gay e batte l'ipocrisia

Tutela giuridica. Per le coppie di fatto e per le coppie omosessuali. Con la conseguente riforma del Codice civile. Se non ci saranno una ipocrita maggioranza a impedirlo questi semplici e onesti concetti espressi da Silvio Berlusconi interpretando il sentire collettivo potranno consentire una riforma del Codice civile

Tutela giuridica. Per le coppie di fatto e per le coppie omosessuali. Con la conseguente riforma del Codice civile. Se non ci saranno una ipocrita maggioranza a impedirlo questi semplici e onesti concetti espressi da Silvio Berlusconi interpretando il sentire collettivo (che non coincide, nella sfera sessuale e sentimentale, con i principi rigidi del cattolicesimo) potranno consentire una riforma del Codice civile. Questo vuol forse dire che chi è tollerante delle scelte degli altri non è un buon cattolico? Per mille ragioni, di educazione e di cultura, «non possiamo non dirci cristiani», come ci ha spiegato un laico e liberale come Benedetto Croce. E cristiani sono quelli che, indipendentemente dalla posizione della Chiesa hanno votato per il divorzio e per l'aborto. E oggi voterebbero per la legittimazione delle coppie di fatto, in un auspicabile referendum utile come tutti quelli sui diritti civili. Se fosse stato necessario, da parte del Popolo della libertà (formula universale e felice più della denominazione di un partito, perché tutti siamo popolo e tutti aspiriamo alla compiuta libertà), dar prova dell'apertura a Pannella, promotore dei democratici referendum sui diritti civili (il cui esito non vincola chi ha rigorosi principi religiosi), per consentirgli di apparentarsi alla coalizione di centrodestra, che nulla gli chiede, le parole di Berlusconi sono state un importante segnale.

Ne avevo parlato con Berlusconi, che si è dimostrato a tal punto liberale da offrire «un passaggio» a Pannella non obbligandolo a vincoli di programmi come già nel 1994-1996, quando furono alleati, riconoscendo al leader radicale valori e autorevolezza e consentendogli di non affrontare una gara solitaria per cui è richiesta una percentuale di voti impossibile. È evidente che Monti non è in condizione di fare la stessa offerta e neanche di accogliere la richiesta di Pannella naturalmente impenitente. Non glielo consentirebbe il suo tutore Casini, allineato per convenienza alle gerarchie ecclesiastiche. Ma si aggiunge anche la ragione inconfessabile che la presenza di Pannella sarebbe una minaccia per la rappresentanza parlamentare di Futuro e libertà e per le elezioni dello stesso Fini concorrente alla posizione di «miglior perdente nella coalizione». Un tecnicismo che consente alla liste di esprimere deputati anche sotto lo sbarramento del 2%. Ma questa è altra storia.

Le importanti dichiarazioni di Berlusconi non sono soltanto una dimostrazione di compatibilità con Pannella in materia di libertà individuali e riconoscimento delle diversità, ma una dimostrazione di apertura mentale e di liberazione dall'ipocrisia. Incoerenza, prima che con i principi, con la vita. Il libertino non può cercare libertà e autonomia per sé e, astrattamente impedirla agli altri. Non ci si può nascondere dietro le regole, e ognuno deve poter vivere le proprie scelte sentimentali e sessuali senza ostacoli dello Stato e delle leggi. Nessuno, come Berlusconi, può capirlo meglio, e desiderarlo per sé e per tutti.

Tra le libertà, lui lo sa bene, non ci può non essere la libertà sessuale.

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