Economia

Cipro, dieci motivi per cui l'Europa si sbaglia

Dalla imposizione sui depositi, che sono già tassati e intoccabili, al "razzismo" sui soldi dei russi

Cipro, dieci motivi per cui l'Europa si sbaglia

Il caos cipriota si farà sentire nei prossimi anni. Non tanto per le grandezze in gioco, quanto per le modalità imposte dai ministri finanziari europei. Il problema non è più la crisi delle banche, ma la soluzione individuata. Vediamo per punti l'elenco delle sciocchezze commesse.

1) un'impresa che commette un errore, in un sistema di mercato, viene spazzata via. Regola che non si applica alle banche. Esse ne sono ormai consapevoli e dunque prendono rischi che per un imprenditore normale sarebbero folli. Le banche cipriote sono oggi nel fango per un semplice motivo. Hanno investito gran parte dei depositi dei propri correntisti in titoli greci. Ciò che è chiaro anche a un bambino, non lo è per un manager bancario. Alla prima elementare spiegano che non conviene mettere le uova tutte nello stesso cesto: se cade, si rompono tutte. Ebbene, le banche di Cipro hanno massicciamente investito in obbligazioni greche e dunque subito il recente taglio imposto proprio dai salvataggi europei. Geni.

2) Cipro ha un'economia che vale 18 miliardi di euro l'anno; poco meno della metà del Pil dipende dal settore finanziario; a Nicosia ci sono depositi bancari per circa 70 miliardi di euro, di cui la metà sono di stranieri non residenti. La dipendenza di Cipro dall'economia bancaria è superiore a quella che era per l'Irlanda (altra sommersa e poi salvata dalla Ue). Le banche prestano quattrini che hanno raccolto. In giro per il mondo una parte di questa raccolta avviene attraverso obbligazioni e strumenti simili e per un'altra parte attraverso i depositi bancari. A Nicosia il rapporto è tutto sbilanciato verso i depositi; di obbligazioni in giro ce ne sono circa 3 miliardi di euro. Non pensate che questa sia un'attività criminale. Autorità internazionali (il comitato di Basilea tra le altre) sta consigliando agli istituti di tutto il mondo di aumentare la quota di depositi rispetto a prestiti sul mercato. Lungimiranti.

3) In questo contesto i cervelloni europei varano un piano di salvataggio di Cipro pari al suo Pil, ma pretendono che il governo dell'isola tassi i depositi bancari a livelli di esproprio (6,75% per i depositi fino a 100mila euro e 9,9% per quelli superiori): 10mila euro di imposta una tantum su un deposito di centomila euro. Legando il salvataggio di un'economia a questa tassa si rivoluziona un principio fondante del nostro sistema basato sul credito bancario. Fino a ieri vi era una gerarchia dei rischi finanziari ben chiara a chiunque. Le azioni sono le attività più rischiose, seguono le obbligazioni e ultimi i depositi bancari.

4) Nel 2008, causa crisi americana dei subprime, in Europa si diffonde il panico bancario: il rischio è la corsa alla sportello. Non ci si fida più della solidità della propria banchetta. Che ti inventano i nostri accorti politici? La garanzia sui depositi fino a 100mila euro (che in Italia già esisteva da un pezzo). Il messaggio è chiaro: state buoni, quei quattrini non ve li tocca nessuno, non correte a ritirare soldi allo sportello. Dopo un lustro i medesimi politici non si fanno scrupoli a tosare il 10 per cento della nostra ricchezza custodita in banca.

5) I depositi bancari sono frutto (fino a prova contraria) del risparmio accumulato al netto delle imposte pagate sui propri redditi. Non si creano da soli. Il principio per cui l'Europa e l'Italia li hanno tutelati e garantiti (certo solo fino a 100mila euro) non è una graziosa concessione statalista, ma nasce dall'esigenza di canalizzare il risparmio in banca e attraverso questa reimpiegarlo nell'economia. Il tutto si basa sulla fiducia. Adombrare una tassazione espropriativa sui depositi ha dunque effetti macroeconomici ben superiori al pareggio di bilancio che gli eurocrati cercano. Si vuole risolvere un problema contingente, un raffreddore, con una cura di lungo periodo e inadeguata, una chemioterapia.

6) L'ipotesi di queste ore di rendere la tassa sotto 100mila euro più bassa e quella sopra 100mila euro più gravosa, mantenendo il gettito atteso di 5,8 miliardi di euro, non cambia il copione. Il principio viene comunque violato. I risparmiatori, ricordava Einaudi, hanno memoria di elefanti e gambe di lepre. Singapore ringrazia. Ridurre l'imposta per i patrimoni più bassi non ha inoltre alcuna giustificazione etica: non sta scritto da nessuna parte che il proprio conto corrente, inteso come cash depositato in banca, sia una proxi della propria ricchezza.

7) Tassando i depositi bancari di Cipro si tassano gli oligarchi russi. Che hanno, si dice, 35 miliardi a Cipro. Interessante questione razziale: russo, oligarca, dunque mafioso o almeno riciclatore. Non si può ovviamente escludere, ma neanche affermare con tanta certezza. E a quel punto non sarebbe stato più sano azzerare il loro investimento azionario (i russi sono anche azionisti delle banche cipriote) e dunque rispettare il corretto funzionamento della gerarchia dei rischi finanziari? Tanto più che gli investitori russi sono andati a Cipro (primo Stato che li ha accolti allo scioglimento dell'unione sovietica) attratti dalla solidità dell'euro. Una credibilità che oggi viene irrimediabilmente persa.

8) Il parlamento cipriota ha votato contro questa misura. Così come il fronte europeo sembra oggi meno granitico. Ma il danno è stato fatto. Se l'Italia o lo Spagna (che ha avuto ingenti aiuti bancari senza alcun taglio ai depositi) dovessero trovarsi in una condizione disperata, chi ci garantisce che non verrebbe adottata una ricetta simile? i ministri finanziari europei di oggi? Alla promessa di un politico non ci crede neanche babbo natale, per di più se è stato già colto una volta con le mani nella marmellata. Tenete a mente questo numeretto: 8mila miliardi di euro, quattro volte il nostro debito pubblico. È la ricchezza degli italiani. Di cui una gran parte depositata in banca.

9) Che a Cipro qualcosa non girasse per il verso giusto si sapeva dal 25 giugno dell'anno scorso, quando il Paese chiese i primi aiuti. Solo oggi la storia precipita: i mercati tremano, l'euro ha raggiunto i suoi minimi. Per la crisi delle banche? Ma va: piuttosto per la soluzione trovata. Tanto che in questi sei mesi, dall'annuncio del problema di Nicosia fino al 17 marzo quando è stato rivelato il piano di tassazione dei depositi, mercati europei ed euro sono cresciuti.

10) Eurocrati e politici ciprioti sarebbero da imbavagliare. Si sono comportati come quel killer che avverte la propria vittima. Hanno annunciato l'esproprio bancario senza prima averlo approvato in Parlamento.

Già che c'erano potevano affidare la comunicazione a Cappuccetto rosso.

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