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Alfano e Bersani: "Non scommettiamo un centesimo sul Monti bis"

Casini, Bersani e Alfano dialogano in una tavola rotonda organizzata dalla Cna: il giudizio sul governo tecnico e le prospettive politiche sul dopo elezioni

Alfano e Bersani: "Non scommettiamo un centesimo sul Monti bis"

Su una cosa Bersani e Alfano sono d'accordo: no al Monti bis. "Non scommetterebbero neanche un centesimo" sull’ipotesi di un nuovo governo presieduto dal professore dopo le elezioni: i due hanno dato la stessa risposta alla tavola rotonda all'assemblea della Cna. Mentre il leader Udc Casini ha ribattuto: "Nella vita mai dire mai".

Ad aprile si potrà riproporre la stessa maggioranza? "Io non scommetterei neanche un centesimo - commenta Angelino Alfano - le nostre posizioni sono diverse da quelle di Bersani e credo che siamo contenti delle nostre differenze. Quello di Monti è stato un governo nato in condizione di eccezionalità, Pier Luigi sta facendo le sue primarie per fare lui il premier e noi le stiamo facendo con lo stesso scopo. Immaginare a novembre che ad aprile ci sarà la stessa maggioranza è come dire che il voto dei cittadini non vale nulla".

"A me fanno il tasso di montismo tutte le mattine - replica Pier Luigi Bersani - ma io sono ancora quello là, ho sempre detto che arriviamo fino in fondo senza scherzi e arriviamo fino alla fine con lealtà". Ma sull'ipotesi di un nuovo governo Pd-Pdl il segretario del Pd è perentorio: "E' come dire che il voto dei cittadini non conta nulla. Neanche io scommetterei un centesimo".

Pier Ferdinando Casini, tra i più convinti sostenitori del governo tecnico, non si smentisce: "Io temo che se non si continua sulla strada di questo governo, e sento troppe aree politiche che la pensano in modo diametralmente opposto, si torna indietro e non si risolvono i problemi. È qui che ci dividiamo, non sulla premessa - ha sottolineato -. Bersani ha fatto una scelta di grande responsabilità appoggiando Monti ma dovrebbe proseguire".

Tema riforme. Per Bersani "bisogna parlare di riforma costituzionale ma non a pezzi e bocconi, bisogna darsi uno strumento per riformare la seconda parte della
Costituzione perché sono 20 anni che diciamo di voler dare un sistema più efficiente e invece continuiamo a fare bricolage".

Soldi ai partiti. "Sono dell’idea - dice Alfano - che il privato debba essere prevalente nella contribuzione ai partiti politici". "Le vicende successe in alcune regioni come il Lazio - sottolinea Casini - sono la dimostrazione di cose che sfuggono anche ai partiti perché i fondi dei gruppi sfuggivano ai partiti e c’è chi li usa bene e chi è un ladro. Ci sono politici che non rubano e fanno il loro lavoro seriamente così come non si può dire che tutti i banchieri sono ladri se non si alimenta la demagogia".

Sulle tasse Casini non ha dubbi: "Monti recentemente ha parlato di patrimoniale. Io ora sono contrario dopo che si è messa l’Imu che è una patrimoniale mascherata. Ma certo all’Imu avrei preferito la patrimoniale perché l’Imu ha depresso il settore immobiliare e colpito il bene principale delle famiglie". "Lo Stato - aggiunge Alfano- non può essere un esattore velocissimo e un pagatore lentissimo. Occorre tornare a Bruxelles e battere i pugni sul regolamento del made in. E poi le banche devono fare le banche, perchè se loro chiudono i rubinetti le imprese non possono campare". E Bersani puntualizza: "Il rigore ci vuole per forza. Casini diceva una cosa seria: dobbiamo risolvere i problemi di politica economica, ma basta che non ci raccontiamo cose che non esistono". Poi guarda ai suoi (potenzxiali) elettori e bacchetta Monti: "Quanto fatto fin qui dal governo non è sufficiente in termini di equità e di crescita.

D’altra parte la politica serve per dare un’indicazione più coerente all’azione di governo".

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