Cronache

AltaRoma: la raffinata Sicilia di Sarli e l'originale mix di culture di Stella Jean

Nella seconda giornata della kermesse capitolina anche i modelli romantici di Giada Curti, l'esotismo di Delfrance Ribeiro e la severità slava di Natasha Pavluchenko

AltaRoma: la raffinata Sicilia di Sarli e l'originale mix di culture di Stella Jean

L'anima elegante del grande Fausto c'è ancora nella sfilata di Sarli Couture, che ha ora alla guida il suo braccio destro per oltre 20 anni, Carlo Alberto Terranova.
Al Santo Spirito in Sassia, nella seconda giornata di Alta Roma, trionfano gli abiti dal taglio impeccabile, dalle linee aeree e i colori mediterranei ispirati alle ceramiche di Caltagirone, ai vasi, i mori e le pigne ornamentali della tradizione siciliana.
Modelli sinuosi, in cui il corpo delle modelle sboccia come un fiore da volute di tessuto o da cappe dal disegno geometrico. I ricami delicati disegnano come nervature di foglie, tracciano architetture antiche, declamano poesie di fiori. E le tinte solari si abbinano con l'arancio o il turchese sul cioccolato, il mandarino sul beige, il rosa sul blu.
Sull'abito lungo giallo limone e monospalla, indossa dalla modella-icona di Sarli, Alona, ecco la novità di una voluta blu-viola in plissè che sembra una foglia o una farfalla poggiata sul corpetto fino ad abbracciare il collo. La sposa in avorio è un trionfo di raffinatezza.
A lei s'ispira Valeria Marini, seduta in prima fila, che si prepara alle nozze di maggio e ha lanciato un concorso sul web per selezionare il bozzetto migliore. «Me ne sono arrivato centinaia- dice-. Il designer vincitore vedrà la realizzazione in una grande sartoria e otterrà un anno di stage nello stesso atelier».
Molto interessante anche la sfilata che chiude la giornata, quella del talento emergente Stella Jean, un vero fenomeno che sta riscuotendo grande successo.
Di padre torinese e madre haitiana la giovane stilista accosta stoffe wax della tradizione africana a camicie rigate mascoline, bombette usate dalle donne andine e fogge dei popoli Mongoli ai tagli british di trench e blazer. L'effetto è di un'allegro melting pot che non scivola nel banale, ma gioca con le sovrapposizioni e i mix in modo originale.
«Niente patchwork- avverte lei, per esperienza personale - , ogni cultura si accosta all'altra, ma rimane se stessa».
Così, trovano una strana vita nuova, tutti insieme, i jaquard andini dei lunghi cappotti da zarina, le giacche dalle ampie maniche aperte, le gonne arricciate in vita, le camicette a quadretti Vichy, i gilet di pelliccia Mongolia, le t-shirt a righe marinare, i pantaloni classici neri, le cinture e collane in ottone dalle fogge precolombiane.
Tanti stimoli da cui nasce uno stile ben caratterizzato e la nuova collezione di Stella Jean è un successo del concorso di AltaRoma e Vogue Italia « Who's on next?», che l'ha scoperta. Ora ne parlano le riviste internazionali, la griffe è venduta nei più importanti multimarca del mondo e la linea maschile da dandy-viaggiatore è stata scelta da Jovanotti per l' ultimo video con Muccino.
Altre scoperte del concorso che sfilano nella stessa giornata, sono i brand San Andres Milano e Suzanne Susceptible, mentre nel suo atelier di Rampa Mignanelli Giada Curti presenta abiti romantici e neoclassici tutti elegantemente punteggiati di rose e il brasiliano Delfrance Ribeiro ( che ha collaboranto con Vivienne Westwood) torna con giochi di optical, tanto bianco-nero e stampati esotici nella collezione «Psychedelic Glam».


Fuori calendario, a Palazzo Ferrajoli, la «neo-couture» della designer polacca Natasha Pavluchenko, con severi abiti slavi neri, beige, grigi in jersey, seta e pelle, con pochi tagli e originali nervature che seguono le linee del corpo.

Commenti