Politica

Altro che tagliare le tasse: il governo aumenta l'Iva

Zanonato conferma il rialzo al 22%. Saccomanni: "Quadro non incoraggiante, mancano 8 miliardi". E la Bce avverte: "Bene il deficit, ma serve ancora rigore"

Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni
Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni

Addio stop all'aumento Iva. Parola del titolare dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, ospite ieri di Porta a porta: «Fra 16 giorni senza che il governo faccia nulla, visto che è stato un provvedimento già deciso dal precedente esecutivo, noi avremo l'Iva aumentata di un punto dal 21 al 22%. Lo ripeto: in questo momento soldi per evitare l'aumento dell'Iva non ce ne sono».
Fabrizio Saccomanni in aula era stato più cauto. Durante il question time alle Camere, il ministro dell'Economia ha spiegato quali sono le possibilità di evitare l'aumento dell'Iva: «Rispetto a qualche settimana fa, la situazione in cui ci troviamo a gestire la politica fiscale mostra segni che non sono decisamente incoraggianti». Una risposta che lascia spazi risicatissimi alla speranza di uno stop definitivo. La sola possibilità è quella di un breve rinvio, tre mesi, per verificare quali siano in autunno le condizioni dell'economia e le prospettive, «che potrebbero mostrare segnali di miglioramento». Oggi però, dice Saccomanni, il quadro macroeconomico è negativo, con «una decrescita ancora seria, ma anche dati negativi per quanto riguarda il gettito delle imposte, Iva compresa». Il governo sta verificando tutte le cifre, e Saccomanni ricorda che la rinuncia all'aumento Iva vale 2 miliardi quest'anno e 4 miliardi l'anno dal 2014 in poi. L'eliminazione dell'Imu prima casa e lo stop all'aumento dell'Iva costano insieme 8 miliardi di euro l'anno; e al momento «le risorse non ci sono». E ci sono altri 20-30 miliardi da restituire alle imprese.
Lunedì 17 giugno è l'ultimo giorno utile per pagare l'Imu. Stavolta la prime case non vengono tassate, a meno che non siano accatastate come abitazioni di lusso (A1), ma nessuno sa ancora che cosa ci riserverà il futuro. L'imposta municipale sulla prima casa sarà eliminata del tutto? Oppure sarà «rimodulata» nell'ambito di un nuovo regime di tassazione delle case? E ancora: mancano poco più di due settimane all'aumento dell'Iva dal 21 al 22%. Forse vedremo un mini-rinvio, ma poi che cosa succederà?
Arrivano continui assist al «partito delle tasse». Ieri è stata la volta della Bce. L'avvertimento a non superare il 3% di deficit nel 2013 ha un significato chiarissimo: non c'è spazio per riduzioni delle imposte. Del resto, nelle raccomandazioni che accompagnavano l'uscita dell'Italia dalla procedura per deficit eccessivo, la Commissione Ue ha detto: dovete spostare la tassazione dal lavoro al patrimonio (Imu) e ai consumi (Iva). Alla Confindustria interessa solo l'Imu sui capannoni. Ieri uno studio di Bankitalia sollecitava la riforma del Catasto, che è stato aggiornato l'ultima volta nel 1990. Il gettito dell'Imu, secondo via Nazionale, deve andare per intero ai Comuni perché il sovrapporsi tra fiscalità nazionale e locale rendono il prelievo «opaco per il contribuente». L'unica attenuazione dell'imposta sulla casa riguarda gli immobili d'impresa «qualora vi siano risorse disponibili». Di abolizione, sia pur limitata alla prima casa, non si fa cenno. Eppure, come ricorda Confedilizia, la tassazione sugli immobili ha ormai superato i 51 miliardi di euro. La sola Imu ha fruttato al fisco l'anno scorso 23,7 miliardi di euro, con un extra-gettito di 3,4 miliardi per effetto degli aumenti dell'aliquota decisi dai Comuni.
Secondo il ministro dell'Economia la soluzione per la nuova Imu arriverà ben prima di agosto. Il governo terrà conto del fatto che è necessario attribuire autonomia impositiva ai Comuni, e si ipotizza che l'Imu sui capannoni e altri immobili delle aziende possa essere dedotta dal reddito d'impresa. Quanto all'Iva, c'è consapevolezza degli effetti negativi dell'aumento sull'economia, anche se «il reperimento di coperture alternative non è meno gravoso». Uno dei settori dove c'è spazio per tagli di spesa è, ad esempio, la Sanità. La coperta diventa sempre più corta, e questo preoccupa il premier Enrico Letta, che ieri ha incontrato Saccomanni a palazzo Chigi. Poi è salito al Quirinale con il sottosegretario Patroni Griffi per illustrare a Napolitano il provvedimento sulle semplificazioni, all'ordine del giorno al prossimo Cdm.
Il Pdl, con Renato Brunetta, parla di «confusione insopportabile» e reclama l'intervento di Letta.

Mentre Renato Schifani invita il governo a trovare le necessarie coperture per abolire del tutto l'Imu sulla prima casa ed evitare l'aumento dell'Iva.

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