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Asse Meloni-Crosetto-Cattaneo: ecco gli irriducibili delle primarie

L'ex An, l'ex sottosegretario e il sindaco rivendicano la consultazione del Pdl Se salterà, il 16 dicembre scenderanno in piazza per chiedere il rinnovamento

Asse Meloni-Crosetto-Cattaneo: ecco gli irriducibili delle primarie

RomaL'«identitaria», il «liberale» e il «formattatore». C'è uno strano asse che si sta formando in queste ore e sta tentando di costruire un'offerta politica originale all'interno di un centrodestra sempre più incartato nei suoi dubbi. Un'alleanza anomala tra personaggi dalle storie e dalle idee diverse ma uniti dal desiderio di provare a imporre una scossa, mettere in campo qualcosa di nuovo e difendere la dignità politica dei moderati, spendendo il proprio capitale di immagine e credibilità.
I contatti sono avviati da diverse settimane, sull'onda di un'amicizia che lega due di loro da tempo e da un rapporto di stima consolidatosi con il terzo. Ma due giorni fa, Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Alessandro Cattaneo hanno deciso di andare oltre, di vedersi e programmare una prima uscita pubblica. Un appuntamento poi ufficializzato dall'ex ministro della Gioventù che ha fatto sapere che se non si faranno le primarie, il prossimo 16 dicembre i tre (ex?) candidati alle consultazioni del Pdl, convocheranno a Roma una grande manifestazione, dal titolo «Le primarie delle idee» nella quale chiedere al centrodestra di rifondarsi. Un rendez-vous che potrebbe rappresentare il primo mattone di una nuova avventura politica che parta dal basso e unisca l'anima identitaria e popolare con il fattore generazionale e il consenso che l'ex sottosegretario alla Difesa ha saputo raccogliere con le sue apparizioni «critiche» di questi mesi.
Naturalmente quella del distacco dal Pdl è soltanto un'opzione lontana, un'idea percorribile soltanto come extrema ratio. Il primo obiettivo è provare a esercitare la massima pressione possibile su via dell'Umiltà per ottenere le primarie, magari con lo slittamento a gennaio, con tempi che se pure drammaticamente ristretti consentirebbero comunque un minimo di respiro in chiave organizzativa. A quel punto, se davvero la consultazione popolare dovesse svolgersi, Meloni, Crosetto e Cattaneo potrebbero decidere di concentrare le forze su un solo candidato (probabilmente l'ex ministro della Gioventù) e mettere in campo una vera sfida ad Angelino Alfano. Tutti e tre, in realtà, nutrono stima per il segretario (nel caso di Crosetto c'è anche un rapporto personale consolidato). Ma sono convinti che non si possa più dimorare nell'immobilismo e trasmettere l'idea di un partito piegato su stesso, in perenne attesa di decisioni prese dall'alto. Piuttosto che ricercare colpe, scaricare le responsabilità su altri, evocare liste di proscrizione incrociate con gli ex Fi contro gli ex An, meglio provare a mostrare idee, volti e prospettive diverse. Unendosi su alcuni punti fondamentali. Innanzitutto ascoltare gli umori della base piuttosto che ricercare improbabili alchimie con i tecnici o le vecchie volpi della politica. Puntare con forza sul bipolarismo piuttosto che su futuri laboratori centristi. Trasformare la rabbia dell'elettorato per lo scippo del voto avvenuto con la formazione «a tavolino» del governo Monti nell'energia di una nuova ripartenza, senza ambiguità. Il tutto mettendo in campo dirigenti giovani e un programma alla cui stesura sarebbe pronto a collaborare a titolo privato un amico di vecchia data della Meloni come Oscar Giannino (è stata lei a officiarne le nozze).

Un atout importante per l'asse generazionale Meloni-Cattaneo che con lui e Crosetto potrebbe rafforzare la propria credibilità e arricchirsi di una doppia garanzia liberale.

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