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Gli avvocati che hanno mandato in soffitta il Porcellum: "Anticostituzionale anche l'Italicum"

Besostri, Bozzi e Tani sono gli avvocati che hanno dichiarato guerra (e vinto) contro la legge Calderoli, bocciata poi dalla Corte costituzionale. Oggi spiegano che la bozza frutto dell'accordo Renzi-Berlusconi non va bene

Gli avvocati che hanno mandato in soffitta il Porcellum: "Anticostituzionale anche l'Italicum"

Tre avvocati hanno mandato in soffitta il Porcellum. Sono Aldo Bozzi, Felice Besostri e Claudio Tani. Con la loro battaglia e il loro sforzo - anche economico - hanno ottenuto la bocciatura, ad opera della Corte costituzionale, della legge elettorale con cui gli italiani avevano votato le ultime tre volte. Ora i tre legali fanno sapere che ricorreranno contro la nuova legge, il cosiddetto Italicum, frutto dell'intesa Renzi-Berlusconi. Nuova legge che, lo ricordiamo, deve ancora essere approvata.

Besostri scrive a Matteo Renzi, via Facebook, per segnalargli che le anticipazioni del modello italo-spagnolo di cui si è parlato in questi giorni, e a cui ha fatto riferimento Renzi nella direzione del Pd, non evitano possibili profili di incostituzionalità. "Caro Renzi - è l’incipit del post - sono il compagno Felice Besostri il cittadino elettore" promotore con gli avvocati Aldo Bozzi, nipote e omonimo del liberale Aldo Bozzi presidente della prima bicamerale, e Claudio Tani del ricorso accolto prima dalla Cassazione e poi dalla Consulta". E prosegue: "Spero proprio che comprenda che non c’è nulla di personale contro di lei", ricordando che il primo atto da cui tutto ha preso le mosse, cioè "il deposito di opposizioni all’ammissione dei quesiti referendari del professor Guzzetta è del Dicembre 2007, quando lei non era ancor un personaggio nazionale".

"Pensavamo in una maggiore riconoscenza anche da parte sua: senza di noi non avrebbe potuto fare lo storico accordo con Berlusconi, perché il Porcellum non sarebbe stato dichiarato incostituzionale", aggiunge Besostri, passando poi a ricordare un nuovo ricorso, già avviato, sulla legge elettorale per le Europee. "Non mi diverto a impugnare le leggi", spiega l'avvocato, senza nascondere preoccupazioni anche per il lavoro in atto in questi giorni sulla legge elettorale nazionale. "Sono anzi siamo - scrive - a sua disposizione per ogni incontro di chiarimento ed evitare che si adottino provvedimenti che costringano cittadini elettori per coerenza a nuove impugnazioni. Quando ritornerò in Cassazione dopo la riassunzione del processo sarà per me il decimo passaggio davanti ad un organo giudiziario".

"Quando sarà fissata l’udienza - prosegue Besostri ironizzando - avrò compiuto 70 anni e due anni fa e nato il mio primo nipotino. Abbia comprensione: ci sono altre priorità nella vita. Oddio mi sembra che questi argomenti siano più adatti per Papa Francesco, con il rischio che mi telefoni, che per il leader di un gruppo politico che approderà a breve nel Pse. Le anticipazioni del modello italo-spagnolo che ha dato la stampa non evitano possibili profili di incostituzionalità, ma mi riservo di leggere l’articolato", chiude Besostri, invitando Renzi a contattarlo. Chi sa se Renzi lo farà...

In un'intervista al Fatto quotidiano i tre avvocati ribadiscono che così com'è l'Italicum è anticostituzionale. Poi attaccano: "E' peggio della legge Calderoli", spiegando che "siamo al bipartitismo totale e assoluto che è in contrasto con la Costituzione". Ma per quale ragione? Bozzi e Tani lo spiegano in questo modo: l'Italicum viola l'articolo 49 della Costituzione che stabilisce il diritto dei cittadini di associarsi in partiti. "Dove sta scritto - si chiedono - che non devono essere (i partiti, ndr) più di due?". In effetti non c'è scritto. Ma, per essere precisi, dalla simulazione effettuata dall'Ipsos emerge che i partiti che entrerebbero in parlamento con questa legge - e i sondaggi attuali - sarebbero 3-4: Forza Italia, Nuovo centrodestra (se alleato con Fi o Scelta civica/Udc), Pd e Movimento 5 Stelle. Quindi più che un bipartitismo (che si avrebbe col maggioritario uninominale secco) siamo di fronte, di fatto, a un bipolarismo.

Può piacere o no, ma qui siamo di fronte a motivazioni e scelte politiche, non prettamente giuridiche.

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