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In barba alla crisi economica, Riccardi pensa ai profughi: "Pronti a sistemarne 20mila"

Scoppia la polemica sulla proposta di Riccardi. Il ministero replica al Giornale.it: "Inserirli nel mondo del lavoro vuol dire sgravare lo Stato di un onere"

In barba alla crisi economica, Riccardi pensa ai profughi: "Pronti a sistemarne 20mila"

In piena crisi economica con il tasso di disoccupazione a due cifre, le dichiarazioni del ministro all'Integrazione Andrea Riccardi rischiano di pesare come macigni e destabilizzare i già difficili equilibri tra governo e maggioranza. L'esecutivo guidato da Mario Monti sarebbe, infatti, pronto ad approntare "ottime soluzione" per gli oltre 20mila immigrati arrivati lo scorso anno in Italia dalle Libia a causa della guerra che ha portato alla caduta del regime di Muammar Gheddafi. Non solo. Per il futuro, il governo ha deciso che non ci saranno mai più respingimenti indiscriminati.

Ieri c'è stato un lungo incotro tra Riccardi e il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri per discutere su come procedere, entro dicembre, alla sistemazione degli oltre 20mila lavoratori libici. A questi il governo vuole garantire una sistemazione dal momento che, proprio a dicembre, scadrà la fase di accoglienza temporanea. Per il momento i profughi, giunti nel 2011 dalla Libia, sono ospitati in centri di emergenza che chiuderanno a dicembre. Intervenendo a Roma alle celebrazioni per la Giornata mondiale del rifugiato, alla domanda su quali siano le soluzioni individuate, il ministro ha preferito glissare sottolineando però che lui e la Cancellieri hanno in mente "ottime soluzioni". "Il nostro è un Paese che malgrado la crisi e la limitatezza dei mezzi si vuole muovere in modo umano", ha spiegato Riccardi. Non solo. Dall'ufficio stampa del ministero si sono affrettati a far sapere che "gli immigrati sono attualmente a carico della finanza pubblica in misura di 46 euro al giorno". "Ragionare sul loro possibile inserimento nel mondo del lavoro vuol dire sgravare lo Stato di un onere - hanno spiegato - e non, come insinuato nell’articolo, il tentativo di 'sistemarli' indiscriminatamente 'in barba alla crisi'". Resta il fatto che, in un momento di forte recessione economica, l'inserimento di 20mila unità nel mercato del lavoro rischia di gravare pesantemente sul sitema Italia.

Oltre a "sistemare" i profughi già presenti in Italia il governo intende rivedere le politiche migratorie e, in particolar modo, i respingimenti. Insomma, lavora per aprire le frontiere al Nord Africa. "Vogliamo costriure un mondo migliore che intende stare dalla parte del mare e di chi lo attraversa", ha spiegato Riccardi criticando duramente chi si rifiuta di accogliere gli immigrati clandestini e i profughi. "Dobbiamo scegliere da che parte stare. E se stiamo dalla parte del mare non sbagliamo. Noi abbiamo scelto che non ci saranno respingimenti indiscriminati", ha concluso il ministro all'Integrazione spiegando che il governo sta lavorando a "un’accoglienza giusta e rispettosa dei diritti di ciascuno" dal momento che "anche una sola vita persa in mare, o nel deserto, è una sconfitta per tutti, che non può e non deve lasciare indifferenti".

Le dichiarazioni di Riccardi piovono come macigni in un momento in cui la crisi economica continua a bruciare posti di lavoro. In una lettera al ministro del Welfare Elsa Fornero, il pdl Maurizio Sacconi sottolinea i rischi connessi alla riforma del lavoro: "Sono a rischio quasi 700mila posti di lavoro". A questi vanno ad aggiungersi gli esodati che la Fornero non è in grado di salvaguardare.

Proprio per questo alle dichiarazioni di Riccardi il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri ha replicato invitandolo a "evitare dichiarazioni inopportune".

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