Politica

Beppe Grillo: "Sono favorevole ai matrimoni gay"

Il leader del M5S approfitta delle liti del Pd per raccattare voti: "Discutono di un fatto che dovrebbe essere scontato". Ma l'anno scorso definiva gli omosessuali "busoni"

Beppe Grillo: "Sono favorevole ai matrimoni gay"

Non poteva lasciarsi sfuggire un'occasione così. E infatti non l'ha fatto. La politica - come la comicità - è tutta una questione di tempismo. E Beppe Grillo, da comico consumato, quello ce l'ha. Anche se la tavola gliel'hanno apparecchiata Bersani, la Bindi e tutta la sgangherata banda dei Democratici. Ieri all'assemblea del Pd sono volati gli stracci. Il problema? Non si è trovato un acccordo sulle nozze gay. Neppure sulle primarie, a dire il vero, è stata raggiunta una linea unitaria. Ma i matrimoni omosex hanno reso evidenti tutte le spaccature e le frizioni interne al Pd. Sulle macerie dell'assemblea progressista oggi arriva Grillo a sciacallare, perché lui quella fetta di elettorato stremata dalle indecisioni bersaniane se la vuole sbranare. "All'assemblea del pdmenoelle, - scrive il leader del Movimento 5 Stelle sul suo blog -, il partito che vorrebbe governare l'Italia (non ridete per favore), si è discusso principalmente di un fatto che dovrebbe essere scontato, pacifico: le nozze gay e i diritti delle coppie omosessuali. Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge". Poi una bordata ad personam: "La Bindi problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti. Vade retro Satana. Niente sesso, siamo pidimenoellini".

Rosy Bindi non risponde a Grillo ma cerca di minimizzare: "Non è giusto che dopo un lavoro proficuo di tutti questi anni e un partito che si candida a governare il Paese con un programma importante, si permetta che una minoranza di 38 persone faccia apparire il Pd spaccato, su temi che andranno comunque approfonditi". Ma il livello della polemica è ancora alto. E, se a un fianco del Pd arrivano le bordate di Grillo, all'altro arrivano quelle di Antonio Di Pietro. "Quella sui diritti della persona è una battaglia che dovrebbe essere trasversale e condivisa da tutti: laici e cattolici - attacca l'ex pm, cercando di portare acqua al suo mulino -. Per questo, ci auguriamo che quei deputati che hanno denunciato la chiusura del Pd in tema di diritti civili sostengano e sottoscrivano la nostra proposta di legge sul pieno riconoscimento dei matrimoni gay anche in Italia, già depositata in Parlamento". Anna Paola Concia gli risponde per le rime inrimandogli "di non fare propaganda sulle pelle degli omosessuali".

Ma la parte del leone spetta, ancora una volta, a Beppe Grillo, al quale rispondono piccati molti esponenti del centrosinistra. Il programma del nonpiùcomico è un testo a geometria variabile che si adatta alle esigenze quotidiane della politica. Vi ricordate tutto il caos scoppiato nel movimento pentastellato quando Grillo si espresse contro la cittadinanza ai figli degli immigrati? In quel momento Grillo puntava a erodere, specialmente in Emilia e Lombardia, il bacino elettorale della Lega. Oggi gli interessa raccattare qualche voto a sinistra. E anche sui gay le posizioni del M5S sono ambigue. Nel maggio del 2011 provocò le ire dei movimenti omosessuali chiudendo un comizio a Bologna con una battuta non troppo gay friendly: "At salut, buson". E non stava parlando della particella di Higgs. Anzi qualcuno pensò che si riferisse al governatore della Puglia Nichi Vendola.

Grillo smentì, senza convincere nessuno.

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