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Berlusconi e il "miracolo di Onna". La ricostruzione in appena 5 mesi

In appena 5 mesi, Silvio Berlusconi riuscì a far ricostruire le case della frazione di Onna, a L'Aquila, dopo il terribile sisma del 6 aprile 2009

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Alle 3.32 del 6 aprile 2009, una scossa di terremoto di magnitudo momento 6.3 e magnitudio Richter 5.9 ha cambiato per sempre la storia del nostro Paese. L'epicentro si è registrato a L'Aquila e i morti alla fine accertati sono stati 309. Oltre 1600 sono stati i feriti e più di 80mila gli sfollati. Il capoluogo abruzzese è stato distrutto dalla furia del sisma così come le cittadine intorno. L'evento si è verificato durante il governo Berlusconi IV e già nel pomeriggio l'allora premier arrivò a L'Aquila insieme al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e a quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Mattioli. Il Cavaliere si attivò in prima persona e dal suo impegno nacque quello che viene ancora oggi ricordato come il "miracolo di Onna".

Il governo Berlusconi profuse importanti energie nelle fasi immediatamente successive al sisma ma, soprattutto, l'obiettivo del premier era quello di non lasciare da soli gli sfollati. A L'Aquila e nelle città vicine le persone avevano perso tutto e avevano bisogno di una casa per poter ricominciare a vivere. Onna è una delle frazioni del capoluogo che venne devastata dal sisma: la maggior parte delle case crollò per l'onda del terremoto e quelle rimaste in piedi non erano più agibili. Sotto le macerie delle abitazioni di Onna si registrò il 15% del totale delle vittime del sisma e questo piccolo agglomerato di case divenne il simbolo dell'impegno del governo nella ricostruzione del post terremoto.

Il 25 aprile, a Onna, Silvio Berlusconi riunì l'Italia con un discorso di levatura storica, celebrando il giorno della Liberazione nel luogo in quel momento più simbolico. Da lì partì l'opera che in 5 mesi permise al premier di inaugurare, il 15 settembre di quello stesso anno, le nuove case di Onna. Non prefabbricati ma vere case antisismiche, inserite nel contesto urbano, lontane dagli altri progetti di ricostruzione che fino a quel momento erano stati approntati in casi di emergenza. "Avevamo detto che ci voleva un miracolo e lo stiamo realizzando...", disse l'allora premier visitando le nuove case nel luglio del 2009, ormai quasi del tutto completate.

Quell'anno Silvio Berlusconi visitò per 15 volte i cantieri della ricostruzione, trascorse il ferragosto tra le case in costruzione e i terremotati e non mancò mai di ribadire la sua promessa. "Qui c’è la possibilità di una vita sociale molto buona. Ci saranno complessi con tutti i comfort e le case belle e funzionali non hanno nulla di provvisorio perché sono inserite in un tessuto urbano. Ci sono anche immobili di ottimo design e un panorama straordinario", disse in estate, controllando personalmente lo svolgimento dei lavori.

Come promesso, il 15 settembre il Cavaliere era a Onna per inaugurare le nuove case: "È stato un momento toccante, non poteva non esserci emozione. Poi ormai conoscevo molte delle persone che erano lì intorno a me". Queste le parole di Silvio Berlusconi a Porta a Porta. "Ci sono stati oltre 40 morti a Onna, quasi tutti hanno parenti vittime della tragedia.

Ed era proprio ad Onna che volevamo si ricominciasse a guardare al futuro con speranza", proseguì il Cavaliere, sottolineando l'impegno di tutti in quella grande opera che sapeva di miracolo: "C'è l'Italia migliore: l'Italia della Protezione Civile, dei volontari, delle persone positive che fanno non solo per sè ma anche per gli altri. Grazie a loro è stato possibile questo miracolo epocale che ci ha permesso di dare case, scuole e presto anche le Chiese a soli 5 mesi dalla tragedia".

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