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Berlusconi, primo ok all'asse con la Lega Ma è gelo con Fitto

Forza Italia sottoscrive i referendum del Carroccio su legge Fornero  e immigrazione. Il Cav deluso dall'ex ministro: mi ha aggredito

Berlusconi, primo ok all'asse con la Lega Ma è gelo con Fitto

Da una parte il dialogo guardingo con la Lega, dall'altra un partito che nel day after di una riunione piuttosto tempestosa ancora fa molta fatica a veder spuntare il sole. Con un Silvio Berlusconi che preferisce restare alla finestra: da una parte benedice con discrezione il nuovo canale aperto con il Carroccio (ma rinuncia a mettere la faccia sulla conferenza stampa) e dall'altra manda eloquenti segnali di fumo ai frondisti che nell'Ufficio di presidenza di mercoledì si erano esposti chiedendo le primarie per la nomina della classe dirigente di Forza Italia.

Non è un caso che nel partito il clima sia tesissimo, in una continua conta per stabilire «chi sta con chi» e «chi sta contro chi». Un derby, quello tra i sostenitori dei congressi (comunali e provinciali) e i fautori delle primarie (per i coordinatori comunali, provinciali e regionali) che rischia di portarsi dietro le conseguenze più imprevedibili.
La questione partito, però, formalmente Berlusconi la congela. Almeno per due settimane, visto che bisognerà attendere il prossimo Ufficio di presidenza – nel quale Laura Ravetto è stata incaricata di buttare giù un regolamento per le primarie – per arrivare al redde rationem. Che si annuncia piuttosto caldo, anche perché il leader di Forza Italia in privato non avrebbe nascosto le sue perplessità sulla linea presa da Raffaele Fitto e compagni. Con alcuni parlamentari, infatti, Berlusconi avrebbe parlato di «aggressione», di una «contestazione alla sua leadership arrivata nel massimo momento di debolezza». I prossimi giorni, insomma, non promettono niente bene.

Un Berlusconi che ieri si è invece concentrato sul ricucire con la Lega. Ha sì preferito non partecipare alla conferenza stampa con Matteo Salvini, soprattutto dopo le insistenze di Antonio Tajani e Mariastella Gelmini, molto perplessi dall'asse in Europa tra il Carroccio e il Front National di Marine Le Pen. Ma l'ex premier ha «mandato» come ambasciatori Giovanni Toti (e in molti l'hanno letto anche come un segnale a Fitto) e i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani a mettere la faccia sulla ritrovata intesa con la Lega. Una convergenza «sui contenuti», e dunque nello specifico sui due referendum del Carroccio (immigrazione e welfare) che Forza Italia sosterrà.

È questo secondo l'ex presidente del Consiglio il primo passo per «rimettere insieme gli oltre otto milioni di voti» presi dal centrodestra (contro gli undici del Pd) per «poi concentrarsi sull'ampia area dell'astensione». Un processo che potrebbe essere lungo, non solo perché Matteo Renzi non è mai stato così saldo a Palazzo Chigi, ma anche perché con il Ncd di Angelino Alfano continuano a volare gli stracci e scambi di accuse reciproche. Anche per questo Berlusconi ha deciso di rinunciare alla conferenza stampa con Salvini, per evitare che il Ncd aprisse il caso in Europa, rinfacciando all'ex premier di sedere nel Ppe ma di andare a braccetto con gli alleati della Le Pen.

Ecco, per allora, per quando si dovrà decidere il candidato premier del centrodestra, Berlusconi è pronto ad aprire alle «primarie di coalizione» tra i diversi partiti dello schieramento. «Solo a quel punto, quando ci saranno le elezioni», dice un Toti che lascia chiaramente intendere di escluderle invece per la nomina della nuova classe dirigente azzurra.

E qui sta lo spartiacque di una Forza Italia a rischio implosione.

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