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Berlusconi: «Quella sentenza era politicamente corrotta»

Il Cav pensa alla campagna elettorale, punta ai voti di Grillo ma si sfoga sulla giustizia: "Sinistra e giudici hanno agito fuorilegge applicando retroattivamente la legge Severino"

Berlusconi: «Quella sentenza era politicamente corrotta»

Nella sua testa lo schema è chiaro da tempo. E prevede che partiti e movimenti nati dallo «spacchettamento» del Pdl puntino a recuperare voti su due fronti: da una parte gli astenuti, dall'altra l'elettorato grillino di centrodestra. Così, non stupisce più di tanto che Berlusconi lo dica chiaro e tondo durante una telefonata alla sede di Forza Italia di Dozza Imolese. L'obiettivo – spiega l'ex premier - è «convincere gli indecisi» che «sono tantissimi» e quelli che hanno scelto Grillo e «la sua anti-politica distruttiva e giustizialista». E ottenere «un grande risultato» già dalle prossime elezioni europee in programma a fine maggio.

Un Cavaliere, dunque, convinto a giocare la campagna elettorale in prima fila e spingendo sull'acceleratore, al punto da ipotizzare di presentarsi a Bruxelles per la riunione del Ppe che si terrà giovedì prossimo. Se davvero lo facesse, infatti, è chiaro che i riflettori sarebbero tutti puntati su di lui, alla prima apparizione su un palcoscenico internazionale dopo la decadenza. Un'eventualità al momento remota (ci sono problemi legati al ritiro del passaporto dopo che la sentenza Mediaset è passata in giudicato) ma che con il passare delle ore sta tentando un Berlusconi che pare non aver per nulla gradito l'invito recapitato dal Partito popolare europeo ad Alfano. Una cosa, spiega il responsabile comunicazione di Forza Italia Deborah Bergamini, di cui «non si capisce la ragione» visto che il vicepremier «non risulta essere presidente di un partito membro del Ppe a meno che Ncd sia stato ammesso nei Popolari all'insaputa dei suoi membri», il che «sarebbe un fatto assai grave e senza precedenti». Una presenza, quella di Alfano al vertice Ppe di giovedì, che per molti versi a Berlusconi pare abbia evocato «l'inutile blitz» che fece a Bruxells l'allora premier Monti nel dicembre 2012.

Un Berlusconi che ha dunque la testa già sulla campagna elettorale. E che guarda soprattutto agli elettori del M5S, convinto che possano essere terreno fertile soprattutto ora che hanno potuto vedere «i risultati della presenza in Parlamento dei grillini». Così, forse non è un caso che il Cavaliere guardi con attenzione alla rivolta dei Forconi. Nonostante qualche giorno fa sia alla fine saltato il faccia a faccia previsto a piazza San Lorenzo in Lucina con i leader della protesta (incontrati poi da Daniela Santanché), Berlusconi dice infatti di comprendere le ragioni dei malumori. «Questa rivolta – spiega – è il sintomo di una grave crisi vera e che ha delle motivazioni profonde».

Il leader di Forza Italia, dunque, pare deciso a non arretrare di un passo. E in attesa che si concretizzino i servizi sociali o i più temuti arresti domiciliari non perde occasione per essere «mediaticamente attivo» (ieri il pretesto è stata la telefonata a Dozza). D'altra parte la paura è che con l'avvicinarsi della campagna elettorale per le Europee il magistrato di sorveglianza gli imponga un regime così stringente da impedirgli di fatto di essere presente nel dibattito politico.

Ecco perché Berlusconi accelera adesso, nonostante sia comunque deciso a non farsi «silenziare». D'altra parte, dice, «la sinistra e i giudici a lei vicini hanno già fatto abbastanza» mettendo «sotto i tacchi lo Stato di diritto e applicando retroattivamente la legge Severino». Insomma, «non so come altro chiamarli se non fuorilegge».

Visto che la loro «sentenza politicamente corrotta» ha «provocato dopo un quarto d'ora la dichiarazione del segretario del Pd Epifani che ha chiesto la mia decadenza».

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