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Bonino si fa lo spot con la Shalabayeva

La moglie e la figlia del "dissidente" kazako in Italia ma andranno a Ginevra. Lui resta in cella in Francia

Bonino si fa lo spot con la Shalabayeva

Lieto fine per Alma Shalabayeva e sua figlia Alua rientrate ieri a Roma dopo la sbrigativa e per certi aspetti vergognosa espulsione dall'Italia verso il Kazakhstan dello scorso maggio. Ancora aperta la vicenda vera oscurata dal pasticcio nostrano, che riguarda il marito della signora, Mukhtar Ablyazov. Un oligarca kazako arrestato in Costa Azzurra, che si atteggia a dissidente, ma due settimane fa veniva bollato da un procuratore francese come «un criminale su larga scala».
Nella notte fra il 28 e 29 maggio la polizia aveva fatto irruzione nella sua villa di Casalpalocco alle porte di Roma senza trovare traccia del latitante rincorso da tre mandati di cattura dell'Interpol per gravi reati finanziari. La moglie Alma e la figlia di 6 anni erano state velocemente espulse verso il Kazakhstan, su pressione dei diplomatici di Astana. Una brutta figura del nostro paese, che ha rischiato di far cadere il governo Letta. Dopo sette mesi la Farnesina è riuscita a smussare gli angoli trovando un accordo con i kazaki. L'obbligo di residenza della signora Shalabayeva ad Almaty, l'antica capitale del paese, è stato sostituito dalla libertà su cauzione per un reato molto dubbio su documenti falsi. Il 24 dicembre un comunicato del governo di Astana sottolineava che «da oggi Alma Shalabayeva può recarsi in qualsiasi paese straniero a sua scelta». L'ambasciata italiana ha concesso un visto Schengen valido per tutta Europa.
Per il momento Alma e Alua sono atterrate ieri a Fiumicino alle 12.10. Sorridente ed emozionata, la moglie dell'oligarca kazako detenuto in Francia si è vista con il ministro degli Esteri, Emma Bonino, definendola «una persona coraggiosa che mi ha aiutato». La responsabile della Farnesina ha rivelato che Shalabayeva andrà a vivere a Ginevra dove risiedono gli altri suoi figli. L'ambasciatore kazako a Roma, Adrian Yelemessov, ai ferri corti con il nostro ministro degli Esteri da quando esplose il caso, ha sottolineato con il Giornale che «non è stata l'Italia a far rientrare la signora, ma una decisione della procura del mio paese». Sulla vicenda indaga la procura di Roma sia nei confronti di Alma Shalabayeva per documenti falsi, che dell'ambasciatore kazako e altri due diplomatici. Con i giornalisti Shalabayeva ha ringraziato tutti gli italiani che si sono mobilitati per il suo caso. In Kazakhstan si sentiva «sempre sotto controllo» e sostiene di aver «temuto per la vita» della figlia. Poi ha spiegato che non vede l'ora di incontrare il consorte in carcere. «Il Kazakhstan ci ha rapito a causa di mio marito - è la tesi di Shalabayeva - Sempre per lui ci hanno consentito di andare via. Sperano che il fatto di mostrarsi civili li aiuterà a ottenere la sua estradizione dalla Francia».
In realtà Ablyazov arrestato 18 mesi fa in una villa in Costa Azzurra, dopo aver lasciato l'Italia, non può venir consegnato al Kazakhstan secondo le leggi francesi. La richiesta di estradizione più concreta è quella della Russia, alleata dei kazaki, con l'accusa di aver fatto sparire 5 miliardi di dollari. Nell'ultima udienza del 12 dicembre Ablyazov ha respinto tutte le accuse bollandole come macchinazioni politiche. L'avvocato generale dello Stato, Solange Legras, ha un'opinione diversa: «È facile presentarsi come oppositore nascondendo la vera natura di truffatore». Per il magistrato francese Ablyazov è «un criminale su larga scala».
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