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"Caccia al poliziotto? Una vergogna". Il no di Tajani sugli agenti schedati

Il vicepremier "assolutamente contrario" al numero identificativo per le forze dell'ordine. "Sembra poi di dover dare la caccia al poliziotto"

"Caccia al poliziotto? Una vergogna". Il no di Tajani sugli agenti schedati

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"Sono assolutamente contrario" al numero identificativo per i poliziotti. Antonio Tajani lo ha ribadito con convinzione stamani, a margine di un commento sul caso di Matteo Falcinelli, lo studente italiano arrestato dalla polizia di Miami con modalità a dir poco violente. Il vicepremier e ministro degli Esteri, interessatosi personalmente della vicenda, ha sgomberato il campo da qualsiasi paragone improprio tra le forze dell'ordine statunitensi e quelle italiane; quindi ha riaffermato la propria contrarietà a una "schedatura" dei nostri agenti, misura auspicata a più riprese dalla sinistra in passato.

"Hanno un numero identificativo sulla placca i poliziotti, i carabinieri, i finanzieri quando sono in borghese ma quando sono in uniforme soprattutto" durante il mantenimento dell'ordine pubblico, ha ricordato Tajani intervenendo su La7 a L'Aria che tira. E poi ha aggiunto: "Io non metterei il numero sui caschi, il numero sulle spalle, perché mi sembra poi di dover dare la caccia al poliziotto, carabiniere, finanziere". Parola che richiamano un indirizzo già espresso in tempi non sospetti dal centrodestra.

"Le regole di linguaggio sono completamente diverse negli Stati Uniti e in Italia. Sono assolutamente contrario a questo. In Italia ci sono dei responsabili, i superiori" e "come successo in altre occasioni i nostri poliziotti si sono sempre auto denunciati", ha continuato Tajani, evitando così di alimentare sbagliati parallelismi. Riferendosi alla situazione nel nostro Paese, il vicepremier ha sottolineato che - soprattutto nelle manifestazioni - "il numero sulla schiena o sul casco del poliziotto significa indicare alla violenza di chi di violenza già ne fa tanto uso; vediamo cosa sta accadendo nelle nostre università perché si può manifestare e dire le proprie idee è giusto difendere le proprie idee ma poi la caccia al poliziotto carabiniere finanziere è una vergogna".

Le considerazioni dell'esponente di governo sono arrivate proprio nelle ore in cui la Farnesina sta continuando ad approfondire il caso dello studente italiano arrestato con brutalità a Miami. "Sono rimasto profondamente colpito dalla violenza e dal tipo di trattamento che è stato applicato al nostro giovane connazionale: quel sistema in Italia evoca qualcosa che neppure voglio nominare", aveva dichiarato nelle scorse ore il ministro, esprimendo la propria vicinanza alla famiglia di Falcinelli. "Questa vicenda che è accaduta a febbraio abbiamo seguito giorno per giorno il caso. Le immagini le abbiamo viste soltanto l'altro ieri. Io ho fatto chiamare immediatamente l'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia e sollecitare l'attenzione da parte dell'autorità americana per quello che è accaduto", ha aggiunto Tajani in mattinata.

Infine l'ulteriore precisazione contro ogni tentativo si strumentalizzazione dell'attualità: "Ogni Paese è diverso. L'Italia è l'Italia e Stati Uniti sono gli Stati Uniti.

L'atteggiamento e le regole della polizia americana sono completamente diverse".

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