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GRILLO ARRENDITI

Alle Comunali flop dell'antipolitica, blog in rivolta contro il comico. Affluenza disastrosa

Tutti i politici con le mani nei capelli perché l'affluenza alle urne è ulteriormente calata. Stupore insensato. Quando la politica si disinteressa degli elettori, come avviene da anni, ovvio che gli elettori si disinteressino della politica. La trascurano per indifferenza, noia, disillusione. Inoltre sono consapevoli che le amministrazioni pubbliche, causa la crisi e non solo, non hanno soldi neanche per provvedere ai servizi basilari, quindi non possono intraprendere iniziative straordinarie: un sindaco in bolletta, di destra o di sinistra, è ininfluente ai fini di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Di conseguenza è normale che parecchia gente diserti in numero crescente le urne e se ne infischi del relativo responso. Non ha torto.
In ogni caso, quest'ultima tornata amministrativa fornisce qualche dato meritevole di riflessioni. Oltre alla diminuzione di affluenza, dovunque si sia votato s'è registrata un'autentica débâcle del Movimento 5 stelle. Che era prevedibile, ma non nella misura riscontrata. I consensi dei grillini si sono pressoché dimezzati in tre mesi. Il successo pentastellato alle politiche dello scorso febbraio fu dunque un fuoco di paglia? È probabile. Presto per dire che il Movimento sia spacciato, ma è lecito parlare di ridimensionamento verso il basso.
D'altronde l'inerzia degli adepti di Beppe Grillo è tale da avere suscitato perplessità negli elettori che, entusiasticamente, avevano confidato in loro per rinnovare il sistema. In pratica, lo stile del Palazzo e di chi lo frequenta non è mutato né s'intravede la possibilità che possa cambiare con il contributo dei senatori e dei deputati grillini, che hanno rivelato un'insipienza allarmante, una totale incapacità di autogestirsi e di immaginare scenari diversi da quelli usuali, logori e privi di prospettive.
Il problema grillino è drammatico: il M5S è costituito da personaggi senza spessore, addirittura ridicoli nella loro fragilità. Essi sono stati scelti a capocchia dai fanatici della Rete e alla prova dei fatti hanno dimostrato di essere inetti. Basta guardarli in faccia per capire quanto siano spaesati. L'unica loro preoccupazione è non perdere la cadrega. Non so se facciano più pena che tenerezza. Forse entrambe le cose. Dall'inizio della legislatura non sono stati in grado di farsi notare se non per le loro beghe interne sulle indennità e sui rimborsi ai parlamentari, che il leader residente sulle alture di Genova pretende di ridurre ai minimi termini o comunque in misura giudicata dagli eletti insufficiente per campare nella capitale. Esaminando le percentuali dei suffragi raccolti dal Movimento, si deduce che se Grillo non scende personalmente nell'arena, e non promette mari e monti inesistenti, la sua squadra va allo sbando ed esaurisce la propria forza propulsiva. Si smoscia e non raccoglie neanche il 50 per cento di quanto presuntuosamente si era ripromessa di riscuotere.
In effetti gli elettori conoscono lui, il comico, e lo appoggiano per simpatia, perché è divertente, urla, suggestiona. Guardano Grillo, non i suoi scherani, dei quali ignorano biografie e talenti, ammesso che ne abbiano. Finché si tratta di elezioni politiche, può bastare il traino del guru ad assicurare un bel pacchetto di voti alla compagnia del fil di ferro. Ma nel momento in cui è necessario combattere su scala locale e fare quadrato intorno a un candidato sindaco ignoto, addio: casca l'asino. I consensi si squagliano, come è giusto che sia. Sotto il vestito da rivoluzionari indossato dai grillini non c'è niente. Essi sono dei borghesucci. Hanno aspirazioni modeste, non vedono al di là del loro naso, annegano in un cucchiaio di acqua.
Non lo diciamo noi che siamo di parte, anche se non sappiamo quale parte sia, ma i numeri, che sono feroci, crudeli e certificano un fallimento peraltro atteso. Era ingenuo pensare che un uomo solo, per quanto vispo, fosse in grado di gestire, senza organizzazione né programmi aderenti alla realtà, un movimento politico, anzi impolitico.

La Rete va bene per prendere i pesci, ma gli elettori non sono tonni.

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