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Il caso della Bolognina Il circolo del cambiamento boccia il rottamatore

Nel maggio scorso lo storico circolo Pd tuonava contro la linea politica di Bersani e ospitava istanze di rinnovamento. Oggi sceglie Cuperlo, uomo di apparato, e boccia il sindaco

Il caso della Bolognina Il circolo del cambiamento boccia il rottamatore

Che strana storia quella della Bolognina. Nel maggio scorso, il segretario dello storico circolo Pd, Raffaele Badursi, si era dimesso in disaccordo con la linea politica tenuta da Pier Luigi Bersani. Il malumore perversava tra la base. Al comitato direttivo del circolo di Bologna non piaceva "la strategia che ha guidato il Pd nella scelta del Presidente della Repubblica” e si chiedeva che venisse al più presto avviata la fase congressuale, al fine di costruire un partito capace di adottare medesime regole, modalità organizzative e stili di condotta in tutto il paese. Quella Bolognina che si commosse e si appassionò in quel lontano 12 novembre 1989 quando il Partito comunista diventò Pds non riconosceva più la sua creatura. Qualche giorno prima, il circolo aveva ospitato "Reset Pd", un’iniziativa di rinnovamento promossa da alcuni assessori della giunta Merola alla quale aveva partecipato anche Paolo Prodi, figlio dell’ex premier. Adesso, invece, la Bolognina torna indietro. Altro che rinnovamento. Il candidato più votato al circolo è Gianni Cuperlo, uomo di partito e di apparato, non proprio un esempio tangibile di novità. Cuperlo, ultimo segretario della Fgci, ha ottenuto 35 preferenze, davanti a Pippo Civati (23) e a Matteo Renzi (18). Un flop per il rottamatore.

E, a dire il vero, anche per l'affluenza: ottanta voti su 272 iscritti.

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