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"Cav assediato dai processi: si rischia la persecuzione"

Il penalista Palumbo, membro laico del Csm: "Mi auguro sia una coincidenza, altrimenti è grave"

"Cav assediato dai processi: si rischia la persecuzione"

«La concentrazione temporale di più processi limita il diritto di difesa e, nel caso di Silvio Berlusconi, rischia di comprimere anche il suo contributo alla politica». Filiberto Palumbo, membro laico del Csm (Pdl) e avvocato penalista valuta così il fatto che il leader del centrodestra si trovi ad affrontare, da domani a Milano, un mese serrato di udienze e sentenze sui tre processi Mediaset, Ruby e Unipol. Già presidente della Camera penale di Bari, Palumbo ha difeso Berlusconi nel caso Rai-Agcom a Trani, ma anche il senatore Pd ed ex assessore di Vendola Alberto Tedesco nel caso della sanità pugliese.

Il primo marzo riprende il processo Mediaset e il 23 c'è la sentenza; il 7 la sentenza Unipol; l'8 il processo Ruby, che arriverà a sentenza tra il 18 e il 25 del mese. Le sembra normale un calendario così intenso dopo le elezioni e nel momento più delicato per la formazione del governo e per l'elezione del Presidente della Repubblica?
«Non so se la contemporanea fissazione di più processi a carico dell'ex premier sia una semplice coincidenza o frutto di una scelta ben precisa. Mi auguro che si tratti appunto di una fortuita coincidenza».

E se, invece, ci fosse dietro una scelta dalle motivazioni politiche?
«In questo caso, la cosa sarebbe assai grave. Potrebbe anche prendere corpo l'idea di una volontà persecutoria, il che originerebbe un nuovo e non auspicabile, conflitto tra giurisdizione e politica».

Il Csm si potrebbe occupare della questione?
«Certo, della cosa si potrà parlare anche in sede di plenum, la prossima settimana, se qualcuno dei consiglieri porrà il problema e lo riterrà rilevante».

Per lei i magistrati, nel fissare il calendario delle udienze, dovrebbero considerare il ruolo politico di Berlusconi in questo momento?
«Nei prossimi giorni, Berlusconi dovrà occuparsi di una serie di questioni politiche di assoluta priorità, che coinvolgeranno il futuro del nostro Paese: le consultazioni politiche per la formazione del nuovo governo e creare le basi per l'elezione del futuro Capo dello Stato».

Quanto pesano questi impegni?
«Certamente, non sono rinviabili come sono invece i processi. Sono impegni prioritari rispetto ad ogni altro».

Quali potrebbero essere per Berlusconi le conseguenze dell'ingorgo giudiziario?
«La necessaria gestione di impegni politici, di assoluto rilievo istituzionale, non consentiranno al leader Pdl di partecipare attivamente, così com'è suo diritto, ai suoi processi. Mentre del loro rinvio non risentirebbe il Paese».

La decisione di fissare le udienze così ravvicinate era in qualche modo obbligata?
«Ogni soluzione è la risultante del bilanciamento di più interessi: a volte, l'uno è prevalente rispetto all'altro o agli altri. La necessità dell'impegno politico, in un momento molto delicato per la vita del Paese, prevale sull'interesse alla pronta definizione dei processi».

Da penalista, pensa che un mese serrato di udienze leda i diritti di difesa?
«Sì, in ogni caso una concentrazione del genere limita i diritti di difesa e, per Berlusconi, rischia di comprimere anche il suo contributo alla politica, invocato dai suoi elettori».

Si potrebbe evitarlo?
«Mai come in questo caso il ricorso al legittimo impedimento potrà costituire la soluzione processuale più idonea».

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