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Il Cavaliere striglia Renzi: governa o finisci come Letta

Berlusconi: Matteo un fuoriclasse, ma se non fa il premier sarà il Pd a punirlo. Fi vuole l'Italicum subito in Aula

Il Cavaliere striglia Renzi: governa o finisci come Letta

«È un fuoriclasse, ma ora deve smetterla di fare il politico e iniziare a comportarsi da premier. Guardandosi dal “suo” Pd, altrimenti rischia di fare la fine di Enrico Letta». Anche dopo averlo sentito nella sua replica alla Camera, il Cavaliere continua a parlare di Matteo Renzi come di «un numero uno». Lo scrive nei suoi appunti, lo confida a chi ha occasione di sentirlo al telefono in questi giorni e lo ripete a quanti lo vedono nell'ultima settimana. Per esempio al nuovo Comitato di presidenza di Forza Italia della Regione Liguria che, guidato da Sandro Biasotti, martedì sera era a cena ad Arcore. O al Comitato delle Marche che, capitanato da Catia Polidori, giovedì scorso è stato ricevuto per oltre due ore a Palazzo Grazioli. Si sprecano, dunque, lodi ed elogi. Tanto che in privato Silvio Berlusconi continua a invitare i suoi a evitare «attacchi personali a Renzi» per «attenderlo alla prova dei fatti». Detto questo, l'ex premier è anche convinto che per il segretario del Pd sia arrivato il momento di «cambiare passo» e svestirsi dal suo ruolo di semplice politico per fare finalmente il presidente del Consiglio. Insomma, che il governo – a differenza di quanto annunciato – ieri sia stato costretto a ritirare il decreto Salva Roma non è certo un buon inizio. Se s'impantana nell'immobilismo, confida il Cavaliere a uno dei suoi interlocutori, il rischio è che sia lo stesso Pd a prendere di mira Renzi, facendogli fare – anche se per ragioni diverse – la stessa fine di Enrico Letta. Non è un caso, quindi, che nel tardo pomeriggio sia Giovanni Toti a invitare Renzi a mantenere gli impegni presi. «Non è più il tempo del confronto, ora – dice il consigliere politico di Berlusconi - è il tempo delle risposte concrete. E le scadenze, quelle stesse che ha messo Renzi, si avvicinano sempre di più». A partire dalla riforma della legge elettorale. «Renzi aveva detto che sarebbe stata approvata entro febbraio e quindi – fa presente Renato Brunetta - il suo primo impegno è andato a vuoto». «Speriamo sia l'ultimo – insiste il presidente dei deputati azzurri – e che venga approvata la prossima settimana alla Camera e dopo un altro paio di settimane al Senato. Altrimenti ne vedremo delle belle».

Da parte sua, ufficialmente Berlusconi continua a preferire il silenzio. Concentrato sul rilancio del partito, il Cavaliere passerà l'intera settimana in quel di Arcore. Dopo marchigiani, lombardi e liguri, dunque, l'incontro in programma per oggi a Palazzo Grazioli con il Comitato di presidenza di Forza Italia Basilicata slitterà alla prossima settimana. L'ex premier, infatti, ha chiesto a Sestino Giacomoni (che è segretario della Conferenza dei presidenti dei Comitati regionali) di incontrare tutti i vertici regionali di Forza Italia con cadenza settimanale o bisettimanale. Il segno che Berlusconi sta lavorando non solo al braccio movimentista dei Club ma pure a quello più strutturato sul territorio del partito. Ed è proprio al Cavaliere (e quindi a Giacomoni) e a Denis Verdini che in questi giorni stanno arrivando le proposte dei nuovi organigrammi da passare al vaglio del leader azzurro. Che per il 10 aprile vuole la macchina organizzativa perfettamente funzionante. Per quella data, infatti, è attesa la decisione su affido ai servizi sociali o arresti domiciliari (in entrambi i casi a Milano).

E siccome faranno il possibile per non farmi fare campagna elettorale – è il ragionamento di Berlusconi – il partito deve essere pronto a ogni evenienza.

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