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Salvini: "Navalny? I giudici faranno chiarezza". E la Ue: "Non servono indagini"

Il leader della Lega replica alle contestazioni ricevute dal suo partito alla fiaccolata a Roma a favore del dissidente russo morto quattro giorni fa: "Capisco la posizione della moglie, ma la chiarezza la fanno i medici e i giudici, non la facciamo noi"

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Dopo la contestazione nei confronti della Lega - in particolare del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo - Matteo Salvini interviene pubblicamente sulla morte di Aleksej Navalny. Il leader leghista, ai microfoni di Rtl 102.5, sottolinea come sul decesso del dissidente russo sia "giusto fare chiarezza. C'è un morto e bisogna farla assolutamente. Ma la chiarezza la fanno i medici e i giudici. Non la facciamo né io né altri". "Difficilmente riesco a sapere quello che succede in tempo reale in Italia - aggiunge il vicepresidente del Consiglio -. Se la moglie dice che è stato avvelenato ci saranno elementi, immagino uscirà qualcosa. Come posso giudicare cosa succede dall'altra parte del mondo? Capisco la posizione della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. Ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi". Sicuramente - aggiunge il ministro delle Infrastrutture - la morte Navalny non è stata causata "dalle emissioni di Co2 in centro a Milano".

Salvini: "Ieri qualcuno ci ha sputato e urlato"

Salvini ha poi minimizzato le contestazioni di ieri sera alla manifestazione a Roma: "Contestazioni da parte della sinistra ci sono tutti i giorni, sulla Tav, sul Ponte sullo stretto, sulla riforma del fisco e della giustizia. Ieri eravamo in piazza per chiedere chiarezza e la fine di tutti i conflitti aperti", come in Ucraina, in Medio oriente e nel mar Rosso. "Ci siamo andati, e tutte le fesserie sentite in questi anni sui legami con la Russia e i finanziamenti inesistenti della Russia sono state archiviate dai giudici, non è successo nulla. Noi siamo andati a manifestare silenziosamente e pacificamente e qualcun altro meno pacificamente ha sputato e ha urlato". Nella mattinata odierna anche lo stesso Massimiliano Romeo, presente ieri sera in Campidoglio e oggetto di proteste - è tornato sulla polemica: "Io penso che su Putin abbia sbagliato tutto l'Occidente. Adesso che si voglia dire che è colpa di Salvini e della Lega mi sembra davvero che è qualcosa che non sta minimamente in piedi - ha affermato ad Agorà, su Rai3. -. Hanno sbagliato tutti i governi occidentali. Le distanze la Lega le ha prese subito. Il giorno stesso che Putin ha invaso l'Ucraina".

Le reazioni delle opposizioni

Immediate sono state le reazioni dagli esponenti di tutte le forze di opposizione. Il primo è stato Carlo Calenda, che in un tweet prima invita Salvini a non rompere più le scatole e poi di dare "evidenza che l'accordo con Russia Unita è stato disdetto", altrimenti "Azione presenterà una mozione di sfiducia individuale": "Il giudizio dei magistrati di una dittatura non conta nulla", aggiunge Calenda. Di un'interrogazione parlamentare alla Meloni sull'accordo Salvini-Putin parla invece Angelo Bonelli dei Verdi. Davide Faraone (Italia Viva) ritiene che "pur di non mettere in mezzo Putin, sul delitto Navalny, chiama in causa gli stessi giudici che hanno mandato in carcere in Siberia un leader d'opposizione solo perchè aveva le sue idee e l'ardire di poter partecipare ad elezioni democratiche". Riccardo Magi (+ Europa) rincara la dose: "Oggi Salvini arriva pure a prendere in giro la vedova Navalny, affidandosi a medici e giudici russi per fare chiarezza sulla morte del dissidente. Come fosse un troll di Putin. Senza vergogna". Dal Partito Democratico è Lia Quartapelle a volere ricordare al segretario della Lega che lui è "un ministro italiano e non l'avvocato di Putin".

Sulla morte di Navalny è intervenuta l'Unione europea per sottolineare che "la responsabilità ultima ricade sul presidente Putin e sulle autorità russe". Il portavoce dell'Ue per la Politica estera, Peter Stano, ha sostenuto che "non servono indagini penali per definire che cosa ha esattamente causato la morte di Navalny. Ricordiamo che vi erano state intimidazioni continue contro Navalny, mettendolo in prigione, portandolo in isolamento e trasferendolo oltre il Circolo Artico. Non dimentichiamo che all'inizio era stato avvelenato da un'arma chimica, il Novichok, qualche anno fa, che ancora oggi non è stato indagato in maniera propria dalle autorità russe - aggiunge -. C'è stato un attentato alla sua vita con agente nervino che hanno attori statali. E quando guardiamo questi precedenti è molto chiaro chi è responsabile di questa morte. E i 27 Stati Ue sono stati molto chiari in merito.

Forse la raccomandazione per i membri del governo è di leggere cosa i loro governi stanno approvando e adottando".

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