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"Confronto per proposta seria". Meloni apre sul salario minimo. Ma le opposizioni attaccano

Mentre Meloni cerca di aprire il tavolo sul salario minimo, dalle opposizioni volano accuse di "fake news" e di "provocazione" da parte del premier

"Confronto per proposta seria". Meloni apre sul salario minimo ma le opposizioni attaccano

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Prima della pausa estiva, il presidente del Consiglio è tornato online con la sua rubrica "Gli appunti di Giorgia", dove spiega agli elettori i provvedimenti assunti dal governo. Nell'ultimo episodio ampio spazio è stato dedicato agli extraprofitti ma anche al tema del salario minimo. "Perché se il salario minimo legale è la soluzione", si chiede Giorgia Meloni, "i partiti che adesso lo chiedono a gran voce non lo hanno introdotto negli anni in cui erano al governo? Probabilmente perché si è consapevoli del fatto che potrebbe non essere una soluzione efficace, ma sicuramente è un titolo che funziona".

Il premier smonta così, in poche parole, quella che appare essere solo come un manifesto propagandistico della sinistra, che tenta di recuperare consensi tra gli elettori con una vecchia battaglia. Ma il premier sottolinea come nel nostro Paese ci sia una forte percentuale di contratti collettivi a tutela dei lavoratori e "se io decidessi di stabilire per legge una cifra minima oraria per tutti, che inevitabilmente dovrà stare nel mezzo, mi ritroverei con un salario minimo legale che in molti casi potrebbe essere ragionevolmente più basso del minimo contrattuale previsto per diversi di questi contratti nazionali". A fronte dei suoi dubbi, ha comunque aperto a un tavolo per un nuovo confronto.

A fronte di questo è evidente che si farebbe un passo indietro perché il salario minimo rischierebbe di diventare "un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, con il risultato di peggiorare, per paradosso, il salario di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe. Insomma, titolo accattivante, risultato che rischia di essere controproducente". L'analisi del premier è logica e inappuntabile, eppure a sinistra sembrano essere talmente accecati dall'ideologia da non rendersene conto. Dal M5s la accusano di diffondere fake news sul rischio di uno scivolamento indietro perché, a detta dell'on. Davide Aiello, "se un Ccnl oggi ha una retribuzione minima di 7 euro, questa salirà a 9 euro; ma se essa è fissata a 11 euro tale resterà". Giuseppe Conte aggiunge: "Si comprende come l'incontro di venerdì a Chigi si preannunci in salita. Il Governo non sembra volersi smuovere dai suoi pregiudizi. Non ci fermiamo. Vorrà dire che nel corso dell'incontro proverò a spiegare come stanno le cose con dei grafici".

Ma mentre dal M5s sono disposti ad aprire un tavolo con la maggioranza, da Più Europa alzano le barricate e dimostrano che la loro è una semplice posizione ideologica: "Dopo le parole di Giorgia Meloni, che sul salario minimo ha ribadito con rigidità le sue posizioni, mi chiedo che senso abbia l'incontro di venerdì con le opposizioni a Palazzo Chigi". Il concetto di dialogo sembra essere distante dalle posizioni di Riccardo Magi, secondo il quale "se c'è la volontà di aprire alla nostra proposta bene, altrimenti non regaleremo a questo governo una passerella per poter dire 'guarda quanto siamo bravi'. Se c'è una reale volontà di dialogo, ben venga l'incontro di venerdì. Altrimenti se dovesse esserci solo un muro contro muro, meglio rivedersi in Parlamento e vedere chi vuole il salario minimo e chi no".

In sostanza, la posizione di più Più Europa è: o come diciamo noi o niente. Strano concetto di dialogo da quelle parti ma non sono nemmeno gli unici a dimostrare una scarsa volontà di discussione. "Il video di Giorgia Meloni sembra una provocazione", dicono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, deputati di Alleanza Verdi Sinistra, che non hanno colto l'intenzione del governo di un dialogo per cercare, se possibile, un compromesso tra le posizioni. "Se la presidente Meloni ha convocato in pompa magna le opposizioni per ribadire il suo no alla legge sul salario minimo allora la domanda sorge spontanea. Cosa ci ha convocato a fare?", aggiungono, sottolineando la loro chiusura al dialogo.

Ferma anche la posizione del Pd, che tramite Arturo Scotto fa sapere: "Il salario minimo va fatto per legge, nessuno deve lavorare sotto i 9 euro l'ora e la contrattazione collettiva va rafforzata. Questo c'è scritto nel testo e questo le ribadiremo con forza a Palazzo Chigi".

Più morbida nelle sue posizioni è Elly Schlein: "È andata bene, siamo tutti d'accordo di partecipare sperando non sia uno specchietto per le allodole come Giorgia Meloni un pò di tempo fa ha definito la stessa proposta di salario minimo".

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