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La contromossa delle azzurre per candidare Berlusconi

Bergamini e Cantamero valutano un ricorso in appello dopo che l'istanza presentata ieri a Strasburgo è stata rigettata

La contromossa delle azzurre per candidare Berlusconi

Forza Italia non rinuncia a difendere il proprio leader in sede europea. Dopo che ieri la Corte europea dei diritti umani aveva rigettato la richiesta di rendere candidabile Silvio Berlusconi, le deputate azzurre non demordono.

Deborah Bergamini e Elena Centemero, insieme all'avvocato Ana Palacio, stanno infatti valutando le modalita per un ricorso d’appello alla Corte di Strasburgo. "Insieme a quasi 4000 cittadini italiani abbiamo firmato un’istanza per la sospensione, nel periodo necessario ad esaminare i ricorsi pendenti presso la Corte di Strasburgo, degli effetti della sentenza diritti tv nei confronti di Silvio Berlusconi", hanno spiegato le deputate, "Questo per consentire a milioni di elettori la possibilità di esprimere, il prossimo 25 maggio, la propria preferenza nei confronti del leader dei moderati italiani. Riteniamo, infatti, che l’estromissione per via giudiziaria, prima, e istituzionale, poi, di Silvio Berlusconi dal Senato, e la sua conseguente incandidabilità, ledano gravemente uno dei diritti tutelati e sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, ossia il diritto di voto".

L'ex premier, continuanto Bergamini e Centemero, non è solo leader di una delle principali forze politiche in Italia, ma "concorre pienamente alla vita istituzionale e politica del Paese collaborando con il premier Renzi sul fronte delle riforme". Per questo "è del tutto incongruente che egli non possa raccogliere il libero voto degli italiani nelle urne a causa di una legge applicata in modo retroattivo, in violazione dell’articolo 7 della stessa Convenzione".

Riguardo al rigetto dell'istanza presentata ieri, le deputate lamentano una valutazione "compiuta non già da un giudice ma da qualche funzionario della Cancelleria della Corte" e aggiungono: "È tanto più grave nel momento in cui si sta discutendo della piena rappresentanza da garantire al leader di una delle formazioni che più contribuiscono, in termini di consenso e di valori, alla grande famiglia del Partito Popolare Europeo. Il danno legato all’impossibilità di Silvio Berlusconi di candidarsi, dunque, non rimane circoscritto agli elettori italiani ma inciderà anche sull’esito complessivo di una tornata elettorale destinata a cambiare radicalmente il volto dell’Europa.

In seguito al rigetto della nostra istanza stiamo, perciò, valutando modalità per appellarci a un giudice della Corte affinché prenda visione di tutta la documentazione che abbiamo presentato".

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