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Cortina, ora la Finanza arresta il sindaco

Cortina, ora la Finanza arresta il sindaco

Belluno«Qualora dovesse emergere che io avessi favorito anche in modo indiretto e marginale una persona a me vicina, non esiterei a lasciare immediatamente il mio incarico». Andrea Franceschi, sindaco di Cortina, nel maggio del 2012 si difendeva così su facebook dalle accuse della guardia di finanza. I giornali avevano appena pubblicato la notizia di un'indagine su presunte irregolarità in alcuni appalti commesse dallo stesso primo cittadino e da alcuni assessori, a pochi giorni dalle elezioni amministrative. Ieri, a un anno di distanza di quella plateale proclamazione d'innocenza, le indagini si sono trasformate in arresti domiciliari.
L'inchiesta, coordinata dal pm di Belluno, Antonio Bianco parte da un esposto dell'ex responsabile dell'ufficio lavori pubblici di Cortina, secondo il quale c'erano state delle irregolarità in alcuni bandi comunali, a cominciare da quello per l'appalto dei rifiuti. «Si tratta di un dipendente che agisce sulla base di rancori personali», aveva detto il sindaco. Non è stato di questo avviso il gip, Giorgio Cozzarini, che ieri ha firmato l'ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari.
Diverse le accuse formulate dalla procura. In concorso con un assessore e con il titolare di una società - che poi si sarebbe aggiudicata la gara - avrebbe turbato «il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando e degli atti amministrativi inerenti il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani del Comune di Cortina d'Ampezzo». Ma non è tutto. A Franceschi viene anche contestata la violenza privata perché, dopo aver appreso che il bando di gara era stato pubblicato nella versione non gradita, «avrebbe fatto pressioni affinché la responsabile dell'Ufficio lavori pubblici del Comune revocasse il bando per sostituirlo con altro in linea con quanto preventivamente determinato». La funzionaria in questione, peraltro, si rifiutò di eseguire la revoca. C'è poi l'abuso d'ufficio in quanto, secondo l'accusa, avrebbe emesso una delibera ad hoc per indire futuri bandi di appalto per la raccolta di rifiuti individuando e incaricando un tecnico esterno ai funzionari comunali per redigere gli atti tecnici. Altra violenza privata e altro abuso d'ufficio, infine, ai danni del comandante della polizia locale di Cortina. Gli inquirenti sostengono che Franceschi, per non creare contraccolpi alla vigilia delle elezioni, avrebbe fatto pressioni per limitare i controlli della velocità con il telelaser e la guida in stato di ebbrezza. «Lo dico per l'ultima volta - reciterebbe un sms inviato dal sindaco al comandante - mettete in magazzino etilometro e autovelox e lasciateli là altrimenti prendo provvedimenti» (fra cui, pare, la minaccia di degradarlo a «semplice» vigile).
Oltre a Franceschi, sono quattro le persone indagate dalla guardia di Finanza di Belluno. Sono l'assessore all'Ambiente e vicesindaco di Cortina, Enrico Pompanin, l'assessore all'Urbanistica, ai lavori pubblici ed edilizia privata Stefano Verocai, la dipendente comunale Stefania Zangrando e Teodoro Sartori, titolare dell'azienda che avrebbe turbato il procedimento amministrativo di scelta per la gara d'appalto dei rifiuti che si era poi aggiudicata.
Il sindaco ha sempre sostenuto di aver fatto tutto alla luce del sole e seguendo le regole. «Come sindaco - aveva spiegato un anno fa - ritengo di avere il diritto e il dovere di dare indicazioni su cosa fare e cosa non fare ai dipendenti».

La procura e la guardia di finanza di Belluno sono di parere opposto.

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