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Crisi, la Fornero esagera: "Abbiamo salvato l'Italia, ora tocca alle imprese"

La pressione fiscale è alle stelle, la "fase due" non è ancora partira e il governo scarica le proprie responsabilità sulle imprese: "Si convincano a investire"

"Il governo ha risanato il Paese. Ora tocca alle imprese". In una lunga intervista alla Stampa, il ministro del Welfare Elsa Fornero prova a sfidare il mondo delle imprese vantando meriti che, francamente, l'esecutivo guidato dal premier Mario Monti non ha e sottolineando che il "compito" del governo è "convincere le imprese a investire". In realtà, sulle imprese - copme anche sugli industriali - pesa un'eccessiva imposizione fiscale, che il governo Monti ha contribuito a portare a quota 55%, e un'altrettanto eccessiva burocrazia, che mette in ginocchio il sistema Italia. E i problemi non si fermano certo qui. Insomma, mentre la "fase due" tarda ancora ancora a ingranare, la Fornero sembra scaricare sulle imprese quella spinta modernizzatrice di cui si erano fregiati i tecnici al momento dell'insediamento.

"Nonostante le difficoltà, micro e macro-economiche" la titolare del Welfare mostra ottimismo spiegando che il nostro Paese è "in grado di vincere la scommessa della ripresa". Lo stesso Juncker non è preoccupato, ma ritiene che la fiducia nei confronti del sistema Italia e della Spagna non sia "adeguata agli sforzi e ai risultati raggiunti, per una forma di eccessiva cautela da parte dei mercati". Da qui la Fornero sottolinea la necessità del rigore finanziario che reputa "indispensabile per un progetto più duraturo". Al fine di garantire un maggiore sviluppo al Paese, il ministro del Welfare reputa "essenziale" l'attuazione della riforma del mercato del lavoro, "a partire dalla necessità di arginare la precarietà".

La Fornero torna a ripetere che non ha una "bacchetta magica", ma spiega che per superare questi nodi bisogna agire contemporaneamente su più fronti, a cominciare dalla dalla modifica dell’articolo 18, "nell’ottica di una maggiore flessibilità delle imprese", ma anche con "misure come la liberalizzazione, il pacchetto sviluppo, la semplificazione".

Il ministro assicura, infine, che a monitorare sugli sviluppi e sull’applicazione della riforma del lavoro sarà un team composto da accademici, parti sociali e politici.

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